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L’ischemia celebrale, cos’è? Quali sono i sintomi, i danni e le cure possibili? Si tratta di una patologia complessa, che può manifestarsi in forme più o meno gravi. Esiste l’ischemia cerebrale transitoria, la meno pericolosa, l’ischemia cerebrale permanente, causata da una mancanza di afflusso sanguigno al cervello per un periodo troppo lungo e poi ci sono casi in cui l’ischemia cerebrale porta alla morte. Secondo i dati forniti dal ministero della Salute è la terza causa di morte nel nostro Paese, pertanto è bene conoscere nel dettaglio come si presenta e cosa fare in caso di attacco ischemico, per ridurre al minimo i danni e le complicazioni.
Cos’è l’ischemia cerebrale? E’ una patologia causata dalla riduzione di apporto di sangue (e quindi di ossigeno) al cervello. Quando si verifica tale condizione, la carenza di ossigeno può generare danni parziali o cronici, ma può anche condurre alla morte. Esistono due forme di ischemia cerebrale. Si parla di ischemia focale, quando è limitata a un’area del tessuto cerebrale e può essere causata da un trombo o da un embolo che bloccano il flusso del sangue in un arteria. L’ischemia globale invece, interessa diverse zone del cervello ed è caratterizzata dalla riduzione o dall’interruzione del flusso del sangue verso quest’organo. L’effetto di entrambe le forme di ischemia cerebrale è sempre una mancanza più o meno importante di ossigeno. Se la carenza non viene sopperita in tempi brevi, le conseguenze possono essere severe e possono condurre anche alla morte. Proprio per questo, in caso di ischemia cerebrale, è fondamentale chiamare subito i soccorsi.
Quali sono i sintomi dell’ischemia cerebrale? Come spiegato poc’anzi, l’ischemia può manifestarsi con sintomi di gravità differente. Proprio per questo, riconoscere l’esatta natura del malessere è il primo passo fondamentale, per reagire nella maniera corretta e ridurre i potenziali danni causati da un’ischemia cerebrale. Non è tuttavia semplice identificare i sintomi dell’ischemia, poiché variano notevolmente in base a diversi fattori, tra cui l’area del cervello danneggiata, l’estensione della zona colpita, la violenza dell’attacco, le condizioni basali del soggetto e molto altro ancora. C’è però tutta una serie di campanelli d’allarme che devono destare la nostra attenzione e che nella maggior parte dei casi si rivelano attendibili. Dell’ischemia cerebrale, i sintomi premonitori principali sono i seguenti:
– Problemi alla vista: ci può essere una perdita di visione parziale, cecità da un occhio oppure visione doppia;
– Difficoltà del linguaggio, incapacità di pronunciare determinate parole;
– Formicolio;
– Difficoltà di movimento e coordinazione di certi movimenti;
– Senso di debolezza a un braccio, a una gamba a una metà del corpo oppure a tutto l’organismo;
– Perdita parziale della memoria;
– Vertigini;
– Incontinenza urinaria;
– Perdita di conoscenza.
In caso di ischemia cerebrale, le conseguenze quali sono? Le evidenze di un’ischemia, temporanee o croniche, dipendono dalla tipologia di ischemia da cui il paziente è rimasto colpito. Esistono principalmente due tipi di ischemia differenti: l’ischemia cerebrale transitoria e l’ischemia cerebrale cronica, poi ci sono forme così acute da portare il soggetto alla morte. Vediamo nel dettaglio come si manifestano: le conseguenze dell’ischemia cerebrale e gli eventuali danni permanenti da ischemia cerebrale, nonché le situazioni che portano al decesso.
L’ischemia cerebrale transitoria, detto anche TIA, è un deficit neurologico temporaneo e reversibile, causato da una riduzione transitoria del flusso di sangue al cervello. Il TIA è molto simile all’ictus di tipo ischemico, ma la fondamentale differenza è che il deficit neurologico non è permanente. Anche l’ischemia cerebrale transitoria non va trascurata, nonostante sia la forma meno grave.
L’ischemia cerebrale cronica invece, è un quadro più complesso da diagnosticare. Quando l’ipoafflusso di sangue ad una determinata regione cerebrale dura per un tempo non breve, ci si ritrova dinanzi a danni permanenti da ischemia cerebrale. Inoltre, è la presenza di occlusioni multiple dei vasi extracranici a determinare quadri di ischemia cerebrale cronica.
Infine, nei casi più severi, la conseguenza dell’ischemia cerebrale è la morte. Ciò avviene quando a chiudersi è un grosso vaso del collo o quando l’edema cerebrale interessa una parte estesa dell’encefalo. Il gonfiore che si viene a creare, genera una compressione dei tessuti cerebrali circostanti, che a sua volta porta all’interruzione del flusso sanguigno. L’interruzione del flusso sanguigno all’interno della scatola cranica determina l’ischemia di tutto l’encefalo e quindi la morte di tutti i neuroni per mancanza di ossigeno, ovvero la morte cerebrale. In Italia l’ictus ischemico è la terza causa di morte: causa il 10-12% di tutti i decessi per anno e rappresenta la prima causa di invalidità. Secondo i dati del Ministero della Salute, ‘ogni anno, in Italia si registrano circa 196.000 ictus, di cui il 20% sono recidive. Il 10-20% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese e un altro 10% entro il primo anno di vita. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza. L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade ; il 75% degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni. La prevalenza di ictus nelle persone di età 65-84 anni è del 6,5% (negli uomini 7,4%, nelle donne 5,9%)’.
Esistono per l’ischemia cerebrale, cure? L’ischemia cerebrale va trattata come un’urgenza medica, pertanto necessita di un’immediata assistenza ospedaliera. In fase di emergenza può essere somministrato al paziente l’alteplasi, una sostanza capace di favorire la disgregazione di eventuali trombi responsabili dell’ischemia. Inoltre il paziente va monitorato strettamente, in maniera tale da poter intervenire tempestivamente in caso di ulteriori crisi. Una volta superata la fase acuta, possono essere prescritti anticoagulanti, per evitare l’insorgere di nuovi episodi. Inoltre si attuano diverse strategie terapeutiche per tenere sotto controllo alcuni fattori determinanti l’ischemia cerebrale, quali ad esempio, la pressione alta, l’ipercolesterolemia, la fibrillazione atriale e il diabete. Solitamente si rende necessaria anche una riabilitazione a lungo termine, che può comprendere la fisioterapia, la logopedia e la terapia occupazionale.
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