L’Isis nell’est della Libia ha messo in palio ai primi tre classificati di un concorso di recitazione di versetti coranici una “schiava“. In occasione del Ramadan, mese del digiuno, è stato diffuso su internet questo bando rivolto ai soldati dello Stato islamico, che dovranno recitare alcuni dei 114 capitoli del Corano. Ci si iscrive presso gli imam di diverse moschee e l’assegnazione dei premi avverrà a fine Ramadan, ai primi tre classificati una “schiava” da scegliersi fra gli infedeli, dal quarto al decimo premi in denaro.
L’Isis, in ottobre, aveva sostenuto sulla sua rivista online che il rapimento e la riduzione in schiavitù sessuale delle donne degli “infedeli” era legittima in base alla legge islamica, con un’interpretazione della sharia respinta però dalla maggioranza dei musulmani.
Nel bando non viene precisato altro, ma non è nuova l’abitudine dell’Isis di schiavizzare le donne non musulmane. L’anno scorso infatti sono state catturate centinaia di donne, ragazze e persino bambine appartenenti alla minoranza Yazidi dai terroristi islamici durante la loro offensiva nel Nord dell’Iraq.
Ci sembra improbabile però che i militanti nell’Isis possano permettere lo svolgersi di un concorso del genere, ma ormai non ci si stupisce più di nulla.