L’Isis ha distrutto la moschea al-Nuri a Mosul, in Iraq, lì dove Abu bakr al-Baghdadi annunciò la nascita dello Stato Islamico nel 2014. Fonti irachene parlano di un’esplosione fortissima che ha distrutto l’intero edificio, compreso il minareto, poco prima che le truppe superassero le ultime difese: i miliziani di Daesh avrebbero preferito raderla al suolo piuttosto che assistere alla sua riconquista. Diversa la versione di Amaq, l’agenzia di stampa del presunto Califfato, che ha accusato gli americani di averla distrutta, come riporta un tweet postato da Rukmini Callimachi, giornalista del New York Times esperta di terrorismo. Al momento però non risultano che siano stati pianificati raid aerei della coalizione anti Isis nella zona di Mosul.
4. Iraqis are claiming that ISIS blew it up. But just moments ago, ISIS put out this claim on Amaq, their news wire alleging US blew it up pic.twitter.com/zXEzL8a4MJ
— Rukmini Callimachi (@rcallimachi) 21 giugno 2017
La notizia è particolarmente importante perché segna un passo decisivo verso la riconquista di Mosul da parte dell’esercito iracheno. Lo stesso primo ministro Haider al-Abadi ha dichiarato che la distruzione della moschea di Mosul è un segno di resa da parte dei jihadisti. “Il bombardamento di Daesh del minareto al-Hadba e della moschea al-Nuri è una dichiarazione formale della loro sconfitta“, si legge in un tweet pubblicato in mattinata.
Come ha ricordato Kareem Shaheen, inviato del Guardian per il Medio Oriente, anche la data della distruzione non sarebbe casuale. “L’Isis ha distrutto una delle moschee più venerate in una delle notti più sacre del calendario musulmano“, scrive in un tweet, ricordando che si tratta della notte in cui venne rivelato il Corano al profeta Maometto.
Isis destroyed one of the most venerated mosques in Islam on the holiest night of the Muslim calendar. We will never forget.
— Kareem Shaheen (@kshaheen) 21 giugno 2017
La moschea al-Nuri di Mosul divenne nota in tutto il mondo perché simbolo del presunto Califfato: fu lì che al-Baghdadi pronunciò lo storico discorso il 29 giugno 2014, annunciando il suo progetto politico con la nascita dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante e la chiamata alle armi per i suoi seguaci.
[didascalia fornitore=”Ansa”]al-Baghdadi durante il discorso nella moschea di Mosul[/didascalia]
Mentre del leader dell’Isis si sono perse le tracce da mesi, dopo la notizia (mai confermata) della sua uccisione in un raid russo, il mondo perde un altro gioiello dell’architettura araba, come Palmira distrutta sotto le bombe dell’Isis.
Costruita tra il 1172 e il 1173 e rinnovata negli interni nel 1511, la grande moschea di Mosul e il suo minareto erano il simbolo della città irachena di cui dominava la parte antica fino a oggi ed era una delle più venerate, soprattutto per via del minareto, noto come al-Hadba, cioè il gobbo. Alto 45 metri e finemente decorato, secondo la tradizione locale la sua pendenza sarebbe dovuta a Maometto che la colpì con la testa mentre ascendeva in cielo.