L’Isis ha distrutto la Statua dei Leoni di Palmira, continuando lo scempio della città caduta nelle mani dei miliziani lo scorso mese di maggio. Le foto postate in rete, dunque – in cui si vedono alcuni jihadisti demolire, a suon di bastonate, quelle che sembrano statue antiche – risultano autentiche dopo la conferma, da parte del capo dell’Agenzia culturale dell’Unesco, Irina Bokova, che i miliziani hanno demolito il preziosissimo reperto storico.
Non accenna a placarsi la furia devastatrice dei miliziani jihadisti che, dopo lo scempio perpetrato alla Statua dei Leoni di Palmira, continuano la loro ‘politica di demolizione su scala industriale’ portando alla distruzione ormai il 20 per cento dei 10mila siti archeologici caduti sotto il loro controllo. Molti sono stati letteralmente polverizzati, altri, come quelli in cui si trovano i resti di antiche città romane come Leptis Magnae e Sabrata, particolarmente a rischio. Dopo la conquista della città, infatti, l’Isis ha distrutto alcuni musei lasciando però intatto il grande complesso delle antichità. Ora invece l’attacco sembra esser stato sferrato su tutti i fronti, con la distruzione di un artefatto archeologico come quello della Statua dei Leoni che, come ha spiegato la Bokova, ‘non ha precedenti nella storia contemporanea‘.
La statua distrutta dai miliziani jihadisti – risalente al I secolo aC. – era posta all’entrata del museo di Palmira, nei pressi delle rovine greco-romane. Del manufatto purtroppo non rimane nulla, è stato completamente distrutto. ‘Il Leone di Al-Lat era un pezzo unico‘, ha spiegato Maamoun Abdelkarim, direttore delle antichità siriane, era alto 3 metri e pesava 15 tonnellate. L’antico reperto è andato completamente distrutto, a causa del crimine più serio commesso finora dall’Isis ai danni dell’eredità storica e culturale di Palmira.