Isis in Italia, la magistratura scarcera 5 sospettati per mancanza di prove

Il Gip di Trento ha deciso di scarcerare cinque presunti jihadisti islamici arrestati dalle forze speciali italiane nei giorni scorsi, perché non ci sono elementi sufficienti di rilevanza penale, in altre parole mancano le prove per poterli accusare e farli restare dietro alle sbarre. I cinque erano stati fermati insieme ad altri 17 immigrati durante un’operazione antiterrorismo in Alto Adige, proprio un giorno prima degli attacchi terroristici avvenuti in Francia il 17 novembre 2015. Per gli altri dodici sono state confermate le misure cautelari in carcere.

La custodia cautelare in carcere è stata quindi chiesta solo per 12 dei 17 presunti terroristi jihadisti dell’Isis in Italia, che si erano avvalsi quasi tutti della facoltà di non rispondere. Tra tutti i gli arrestati durante l’operazione, solo Mohamad Fatah Goran (scarcerato), aveva risposto alle domande del giudice ripetendo di non essere un terrorista.

La mente di questa rete di terroristi internazionali sarebbe il cosiddetto mullah Krekar, che si trova detenuto in carcere in Norvegia, mentre a gestire la cellula jihadista nella città di Merano ci sarebbe stato il curdo Abdul Rahman Nauroz, al quale è stato confermato il carcere. Secondo le indagini, all’interno della comunità islamica dell’Alto Adige, la cellula jihadista avrebbe organizzato anche il viaggio di alcuni volontari verso i miliziani dell’Isis in Siria.

Eppure il Gip di Trento Francesco Forlenza, dopo le richieste dei Pm Giuseppe Amato e dei sostituti Davide Ognibene e Pasquale Profiti ha annullato la custodia cautelare ai cinque presunti jihadisti in quanto non c’erano elementi sufficienti per confermare la custodia cautelare in carcere.

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