Stuprate, vendute come schiave, sottoposte a ogni tipo di tortura, addirittura operate per “ritornare vergini” più e più volte. Il rapporto Onu degli orrori dell’Isis sulle donne, presentato dall’inviata speciale Zainab Bangura, certifica uno stato di brutalità “sistematico, capillare e strategico”. Lo stupro è da tempo diventato anche un’arma di guerra, usato per mettere a tacere le popolazioni, assicurarsi il controllo del territorio ed entrate economiche importanti. Quello che l’inviata a raccolto nel suo viaggio in Siria, Iraq e nei paesi limitrofi come Turchia, Libano e Giordania è l’ennesima conferma della violenza del sedicente Califfato nei confronti delle donne, di ogni età, anche bambine.
I casi di violenza sessuale su giovani e giovanissime sono stati raccontati anche da giornalisti e operatori umanitari che hanno lanciato il grido di allarme. La relazione della Bangura lo conferma: i miliziani dell’Isis rapiscono le donne, in particolari di origine yazida, le vendono sul mercato come schiave sessuali, le sottopongono a ogni tipo di violenza fisica e psicologica con un duplice scopo: controllare le popolazioni locali con il terrore e fare soldi.
Tra le testimonianze che l’inviata Onu ha raccolto c’è anche la storia di una giovane di 21 anni, venduta come schiava per 22 volte e, ogni volta, sottoposta a un’operazione di ricostruzione dell’imene perché sembrasse vergine. Qualche punto di sutura, dato in anestesia locale, affinché avesse perdite di sangue al primo rapporto con il nuovo padrone: uno scenario inimmaginabile di violenza al limite di ogni dignità umana.
Con il mercato del sesso, ha spiegato la Bangura, i miliziani finanziano il Califfato e hanno organizzato veri e propri mercati. “Le ragazze vengono letteralmente spogliate ed esaminate come in un mercato di schiavi”, ha dichiarato nel suo intervento al Palazzo di Vetro. In seguito, “vengono divise in categorie e spedite a Dohuk o Mosul o in altre località per essere ripartite tra i comandanti e i miliziani Isis”.
“Hanno istituzionalizzato la violenza sessuale e la brutalità contro le donne come un aspetto centrale della loro ideologia e del loro operato, usandola come una tattica terroristica per promuovere i loro obiettivi strategici”, chiarisce.
Vengono incoraggiati i matrimoni forzati e temporanei con le schiave per mettere in atto una sorta di “protezione” nei confronti delle famiglie delle vittime. Usano lo stupro per controllare le popolazioni, ricattarle, punire e umiliare chi osi sfidarli, ma anche per ottenere informazioni di intelligence e smantellare alla base il tessuto sociale e famigliare al fine di “costruire un nuovo Califfato”.
Ci sono poi altre problematiche che riguardano il futuro e in particolare il rischio di “avere una generazione di bambini apolidi”, piccoli nati dalle violenze e che negli anni potrebbero andare a ingrossare le fila dei terroristi.
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