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Sigmundur Gunnlaugsson è il primo leader politico coinvolto nello scandalo Panama Papers a cadere. Le dimissioni sono arrivate dopo circa 24 ore tesissime durante le quali il premier prima ha chiesto lo scioglimento del Parlamento, e poi non ha potuto far altro che lasciare la poltrona.
La richiesta di scioglimento delle Camere è stata una contromossa nei confronti dell’opposizione che ha avanzato la richiesta di un voto di sfiducia. Il Premier islandese ha dichiarato di essere rimasto sorpreso dall’inchiesta e di sentirsi “deluso e tradito”. Intanto la Bbc online parla della possibilità che possa essere l’attuale Ministro dell’Agricoltura islandese a prendere il suo posto. Sigmundur Gunnlaugsson è stato travolto anche dalla petizione lanciata online e firmata da 26 mila islandesi con l’obiettivo di ottenere le sue dimissioni.
In concomitanza con la petizione, sempre lunedì, subito dopo lo scoppio dell’inchiesta sono stati migliaia gli islandesi scesi in piazza a Reykjavik per chiedere le dimissioni del Primo Ministro Sigmundur Gunnlaugsson in seguito allo scandalo Panama Papers che lo vede coinvolto insieme alla moglie.
Dai documenti dello studio legale Mossack Fonseca risulta che il Primo Ministro Islandese possedeva il 50% di una società offshore sulle isole Vergini mai dichiarata, l’altro 50% della società era di proprietà di sua moglie, Sigurlaug Pálsdóttir. Fondata nel 2007, la società, aveva un credito nei confronti di tre delle più grosse banche nazionali islandesi, fallite durante la crisi finanziaria del 2008 e poi parzialmente nazionalizzate. Nel 2009, Gunnlaugsson ha poi venduto le sue quote alla moglie che è diventata l’unica proprietaria. Gunnlaugsson è ora accusato di conflitto di interessi.