È iniziata nella notte l’eruzione del vulcano Bardarbunga in Islanda, un evento atteso e temuto soprattutto dalle compagnie aeree internazionali, che paventano il rischio che possa verificarsi una situazione analoga al 2010, quando l’eruzione di un altro vulcano nella parte meridionale dell’isola creò seri disagi bloccando i voli in Europa. Per il momento la situazione è ancora sotto controllo, ma il governo islandese ha già interdetto i voli sopra il Bardarbunga decretando l’allerta rossa, lo stato più elevato nella scala delle emergenze.
La Protezione civile islandese ha diffuso un comunicato nel quale spiega che ‘l’eruzione del vulcano è cominciata appena dopo lo scoccare della mezzanotte nell’area di Holuhraun, un campo di lava nel centro dell’isola, molto lontano dalla zona abitata‘. La notizia positiva è che per ora non è stata rilevata emissione di cenere da parte dei radar, e pertanto al momento l’istituto meteorologico islandese non ha ancora disposto la chiusura degli aeroporti. L’eruzione del vulcano Bardarbunga come abbiamo detto era in qualche modo attesa, visto che da oltre 10 giorni l’istituto meteorologico monitorava costantemente la situazione, ed aveva già allertato circa la possibilità di un accadimento simile a quello del 2010.
Allora l’eruzione del piccolo vulcano Eyjafjallajokull mandò in tilt per settimane il traffico aereo internazionale, continuando a provocare chiusure a intermittenza di aeroporti per oltre un mese, a causa delle grandi quantità di cenere riversate nell’aria: questo avvenne perché l’eruzione iniziò sotto i ghiacci, e in questo modo l’acqua fredda del ghiacciaio, miscelata alla lava incandescente, creò delle piccole particelle di silicio che mescolate alla cenere vennero trasportate a grande distanza creando per giorni una densa coltre di fumo. Se questo è accaduto con un piccolo vulcano, è possibile immaginare i timori per il Bardarbunga, il quale è il più grande di tutta l’Islanda, ritornato attivo dopo una serie di scosse sismiche.