Torniamo a parlare di allarme migranti ma lo facciamo nel contesto delle Isole Canarie, dove tre barche con 300 profughi sono disperse.
Le autorità locali temono un naufragio e la situazione è delicata perché a bordo ci sarebbero diversi bambini. Una lotta contro il tempo dopo l’allarme lanciato dall’ong Walking Borders, in cui si evincono alcuni dettagli della vicenda. Sappiamo che uno dei tre pescherecci trasporta circa 200 persone e da una settimana non se ne hanno notizie. Altre due imbarcazioni poi risultano disperse, con a bordo rispettivamente 60 e 65 migranti.
Migranti dispersi in mare alle Isole Canarie
Uno scenario allarmante quello che ha come teatro le zone al largo delle Isole Canarie, da cui in queste ore è arrivata la richiesta di aiuto da parte dell’ong Walking Borders, circa la presenza di più di 300 migranti dispersi.
Le autorità si sono subito messe alla ricerca delle 3 imbarcazioni su cui viaggiano i profughi, con a bordo rispettivamente 200, 65 e 60 persone fra cui tanti minorenni. A supporto delle attività in mare c’è anche un aereo che sta partecipando alle ricerche.
A preoccupare maggiormente è il peschereccio più affollato, partito da Kafountine in Senegal, poiché da una settimana non se ne hanno più notizie.
Helena Maleno, direttrice dell’ong spagnola Caminando Fronteras, ha parlato con l’agenzia di stampa Reuters, alla quale ha fornito alcuni dettagli della situazione:
“due barconi sono partiti due settimane fa e un altro il 27 giugno. le famiglie non hanno avuto più notizie dal momento della partenza dal senegal, che dista in linea d’aria a 1.700 chilometri da tenerife. temiamo che i barconi possano essere naufragati cedendo alle intemperie ma al momento non abbiamo altre informazioni a riguardo. stiamo seguendo la situazione con attenzione per fornire ogni aggiornamento”.
Naufragio in Tunisia
È una situazione decisamente fuori controllo quella dei flussi migratori, perché tale è l’attività di coloro che organizzano questi viaggi che più che della speranza, potremmo definire della morte. Infatti, in tanti non ce la fanno ad arrivare a destinazione perché partono in barchini fatiscenti per scappare da guerre, povertà e persecuzione.
Le aspettative di vita migliori in Paesi come il nostro, spingono in tanti a mettersi in viaggio, nonostante la traversata sia un enorme punto di domanda e nonostante il prezzo da pagare ai passeur sia molto alto. Proprio questi flussi incontrollati portano sempre a nuove emergenze, infatti l’hotspot di Lampedusa non fa in tempo ad essere alleggerito che subito si riempie nuovamente di ospiti appena le condizioni meteorologiche migliorano quel tanto che basta a consentire la traversata nel Mediterraneo, la rotta più frequentata e pericolosa.
In queste ore, l’allarme non è arrivato solo dalle Isole Canarie, dove sono in corso le ricerche delle 3 imbarcazioni disperse, ma anche dalla Tunisia. Qui il rischio naufragio che è solo contemplato a largo dell’arcipelago spagnolo, è certezza.
Un barcone di migranti è affondato a largo di Sfax, il luogo da cui molti salpano affrontando le insidie del mare. Durante l’ennesima traversata per arrivare sulle coste italiane, il peschereccio è affondato nella giornata di ieri. Il bilancio è di un morto e almeno 10 dispersi, mentre la Guardia Costiera tunisina ha tratto in salvo dalle acque 11 persone.
L’imbarcazione in realtà non era partita da Sfax ma da Zarizis, questo quanto riferito dall’agenzia Reuters, la stessa che ha diffuso la notizia dell’ong riguardante i migranti scomparsi a largo delle Isole Canarie, partiti dal Senegal e diretti in Spagna, un’altra fra le rotte europee più battute.
La situazione a Lampedusa
Continuano senza sosta gli sbarchi anche a Lampedusa e il centro di prima accoglienza ospita ora circa 1.800 persone. Ne arrivano circa 500 al giorno e con questo ritmo sarà difficile gestire tutti nel modo migliore.
Come sono sovraffollati nelle imbarcazioni infatti, i migranti lo sono anche nelle strutture di accoglienza e questo non agevola il lavoro dei volontari della Croce Rossa, a cui è affidata la gestione dell’hotspot di contrada Imbriacola.
Partono soprattutto dalla Tunisia e i più fortunati riescono ad avvicinarsi abbastanza da essere individuati e agganciati dalle motovedette delle autorità italiane. Altri subiscono la violenza delle onde e vivono attimi di terrore fin quando queste distruggono il precario mezzo di trasporto.
Si verificano naufragi drammatici e ad aggiungersi alla lista potrebbero arrivare i migranti di cui le autorità spagnole sono alla ricerca in queste ore, nella zona delle Canarie.
Secondo le organizzazioni umanitarie, la rotta fra i paesi africani del nord e la Spagna è una delle più pericolose al mondo, nonostante si legga spesso di questa cosa in riferimento al Mediterraneo Centrale, ormai ribattezzato come il cimitero dei migranti.
In particolare, quella verso le Canarie viene tentata da migliaia di persone e moltissime muoiono durante la traversata. Nel 2022 almeno 559 profughi, fra cui 22 minori, sono deceduto cercando di raggiungere l’arcipelago.
L’ultima notizia a riguardo è di fine maggio, quando tre barconi sono sbarcati a Lanzarote e Gran Canaria. Sono 118 i migranti arrivati e diversi sono stati ricoverati negli ospedali locali per patologie lievi. Generalmente però, vengono tutti sottoposti ad accertamenti di tipo medico, qualunque sia il territorio di arrivo, ma i danni non sono solo quelli visibili ma anche di tipo psicologico.
Gli ingressi irregolari solo solo il termine del viaggio, la punta di un iceberg che nasconde molto di più. Oltre le insidie del viaggio infatti, c’è la voglia di scappare da situazioni di paura e dolore, tanto che di recente abbiamo letto anche di donne che hanno partorito in barca e quindi sono partite nonostante il nono mese di gravidanza. Una situazione drammatica che porta poi a un problema di gestione nei luoghi di accoglienza.
Ci sono state poi agitazioni di varia natura, ad esempio sempre a fine maggio a Ceuta, dei migranti hanno scavalcato la barriera situata alla frontiera fra l’enclave e il territorio marocchino.