Israele sta vivendo un momento molto complicato dove il popolo ha deciso di scendere, nuovamente, in piazza in manifestare contro il nuovo governo Di Netanyahu. La questione che ha irritato la popolazione è ma anche l’opposizione israeliana è quella che vede Il ministro della Giustizia Levin introdurre una legge che va, di fatto, a consegnare il potere della Corte Suprema di Israele nelle mani della classe politica.
Non è soltanto questo che preoccupa il popolo ma anche provocazioni che ha attuato, non appena iniziato il mandato del nuovo governo, il ministro della sicurezza interna Ben Gvir ha generato il caos. Ieri 100.000 persone hanno deciso di manifestare contro il nuovo governo e contro le riforme, che favoreggiano l’apartheid e i complotti contro la Palestina ,ma anche l’impoverimento sociale, economico e istituzionale dello stessa nazione israeliana.
Le vittoria di Benjamin Netanyahu è stata possibile grazie al sostegno della maggioranza di ultradestra, che ha così consegnato nelle mani dell’estrema destra il nuovo governo. Ovviamente, data la situazione, il premier ha dovuto offrire posizioni e cariche di livello ai suoi due allevati e così ha consegnato la carica di ministro della Sicurezza interna di Israele a Ben Gvir e quella di ministro della Giustizia israeliana a Levin. Persone note nell’ambito politico, non solo in Israele ma anche in quello internazionale, che sono conosciute per le posizioni ultranazionaliste e ultra ortodosse, che prevedono un governo autoritario, che mira alla divisione dei territori piuttosto che alla coesione fra i popoli.
La prova delle intenzioni dell’autorità israeliane è stata subito messa in chiaro con alcuni attacchi verso obiettivi palestinesi e ritenuti basi di gruppi ribelli di matrice islamica, ma anche con la discussa riforma legislativa che sta portando caos e tensione tra gli israeliani che vedono minata così l’unica istituzione on però l’Alta Corte cadere nelle mani dei politici e che, finora, rappresentava l’unico organismo neutro e capace di andare a colpire, se necessario, la fascia politica e governativa.
Le azioni del nuovo governo Netanyahu e la successiva insurrezione
La vittoria di Benjamin Netanyahu contro il leader dell’opposizione ed ex capo di Stato, Lapid ha segnato il passaggio di Israele ad un governo di estrema destra, che ha visto per la prima volta due politici discussi e contestati arrivare a cariche molto elevate e ad avere la possibilità di decidere il destino del Paese insieme al premier Netanyahu.
La preoccupazione non è stata soltanto dell’opposizione di sinistra israeliana ma anche internazionale, dato la paura che Israele possa, ora, con al comando l’ultradestra andare a istigare un’escalation con azioni terroristiche, camuffandoli per attacchi contro possibili base dei gruppi ribelli islamici, con lo scopo di espandere, però, anche la propria territorialità nel territorio palestinese e in Cisgiordania.
il ministro della Sicurezza Ben Gvir ha mostrato chiaramente le sue intenzioni andando, nonostante le munizioni avute il giorno precedente quando lo ha annunciato, in passeggiata alla Spianata delle moschee a Gerusalemme, che è ritenuto una dei luoghi sacri e più di culto per i musulmani, notoriamente non accessibile agli ebrei e ortodossi. La provocazione è stata additata come puramente improntata a generare un’escalation militare per poter riprendere il conflitto e la propria espansione.
Nonostante le numerose ammonizioni ricevute dalle autorità islamiche, ma anche da quelle internazionali, che si sono dette stupite e contrarie all’azione volutamente provocatoria del ministro della Difesa israeliano e hanno chiesto, quindi, di cercare un equilibrio che vada a placare i tumulti e i malcontenti. Situazione che è stata provocata dal governo di Israele che spinge nel cercare un confronto diretto.
Quello che preoccupa le associazioni umanitarie internazionali è che il governo, ora, ha al suo interno una grande maggioranza favorevole alla divisione e all’esclusione piuttosto che alla coesione e che non riconosce i diritti LGB, ma anche la parità di genere e che si scaglia contro le differenze religiose. Oltretutto anche il ministro della Giustizia Levin ha deciso di proporre una riforma giudiziaria che va praticamente a consegnare nelle mani dell’ambito politico la Corte Suprema israeliana, che rimane l’unico organismo in essere che ancora risultava imparziale e al di sopra della sfera politica. Ma soprattutto l’unico in grado di opporsi a decisioni statali e governative.
All”interno della suddetta riforma è contenuta anche una norma che andrebbe, anche, a dare nelle mani dei politici la nomina dei giudici e che, cosi, toglierebbe l’imparzialità nel giudicare e Il principio di essere al di sopra della politica dell’alta Corte israeliana.
100mila persone manifestano contro il governo e arrivano le parole di Herzog
Una marea di persone ha sfilato per le strade di Israele e, soprattutto, per le vie di Tel Aviv per manifestare contro il nuovo governo Netanyahu e contro la riforma giudiziaria, che rischia di consegnare l’imparzialità giudiziaria di Israele nelle mani dei politici.
Lo stesso presidente di Israele ha voluto prendere parola per comunicare la sua preoccupazione in merito alle rivolte che hanno gettato nel caos il Paese. Ha affermato: “Siamo alle prese con un profondo disaccordo che sta lacerando la nostra nazione. “Questo conflitto mi preoccupa profondamente, come preoccupa molti in Israele e nella diaspora”.
Nel frattempo, però, gli attacchi israeliani verso la Palestina continuano e dall’inizio del 2023 sono morti 23 palestinesi. Il nervosismo ha portato poi a un agguato verso le milizie di Israele da parte di un padre in Cisgiordania che ha perso il foglio per mano dell’ esercito israelino. La situazione sta peggiorando sia in merito ai rapporti internazionali che, a causa della politica di Ben Gvir, hanno subito un brusco scossone ma stanno cambiando anche all’interno della Nazione, che non vuole accettare di perdere i diritti precedentemente conquistati.
Nel mentre la situazione è monitorata attentamente a livello globale e le istituzioni estere chiedono di mantenere gli animi calmi senza ulteriori provocazioni, che accenderebbero ulteriori malumori. Il governo di Netanyahu ha intenzione di portare avanti le sue azioni concordate coi ministri e ha, più volte, precisato che non si lascerà intimidire da nessuno e non verranno accettate intromissioni.
Non sembra però che abbia fatto i conti con i cittadini israeliani che hanno alzato la voce e si sono fatti sentire in 100.000, per ora.