La tensione Medio Oriente è altissima e questa notte, in risposta ai razzi palestinesi lanciati su Israele a inizio giornata, le forze di sicurezza israeliane hanno compiuto un bombardamento nella striscia Di Gaza per colpire obiettivi ritenuti collegati ad Hamas. L’escalation attuale preoccupa molto le autorità internazionali, che hanno il timore di una ripresa incontrollata del conflitto tra estremisti ortodossi e musulmani.
L”IDF ha dichiarato di aver colpito durante la notte alcune strutture di produzione e stoccaggio di armi a Gaza dopo che le sirene dei razzi hanno risuonato più volte a vieni dai a Sderot, Ibim e Nir Am in vari momenti della notte.
Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha confermato gli attacchi giovedì mattina, affermando che: “qualsiasi sparatoria contro lo Stato di Israele o qualsiasi tentativo di danneggiare la vita dei residenti del sud sarà affrontato con la forza dell’IDF“.
L’escalation di violenza tra Israele e le milizie della jihad islamica palestinesi è proseguita nonostante gli appelli degli Stati Uniti che invitavano entrambe le parti alla calma ma nemmeno dopo gli ammonimenti delle autorità internazionali ma situazione è cambiata.
L’anno scorso è stato uno dei peggiori nel quale si sono intensificati gli attacchi reciproci e sono morti quasi 200 palestinesi a causa degli attacchi israeliani. Nel momento in cui il governo di estrema destra, formato per l’appunto dal premier Netanyahu e dai suoi ministri ultranazionalisti, che gli hanno permesso di raggiungere la maggioranza, ha preso il comando la situazione è degenerata.
Il ministro della sicurezza nazionale aveva chiesto una riunione, immediata, del gabinetto di sicurezza per determinare quale azione dovrebbe essere intrapresa in risposta all’attacco missilistico di Gaza.
Gli attacchi di giovedì arrivano dopo la scia di contrasti armati nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, la scorsa settimana.
L’escalation di violenza tra Israele ei vari gruppi militanti palestinesi è continuata nonostante gli appelli degli Stati Uniti, interventi personalmente, alla calma da entrambe le parti.
I disordini hanno ovviamente innescato scontri tra fazioni in contrasto, quindi tra israeliani e e gruppi islamici, che non sono stati soltanto per via aerea ma anche scontri diretti lungo la Striscia di Gaza.
Quello che è capitato nelle ultime settimane Il Medio Oriente, più precisamente nella zona di Palestina, Cisgiordania e Israele ha visto un deterioramento repentino del conflitto tra israeliani e gruppi della jihad islamica. Dopo l’avvento del governo di Netanyahu sono state numerose le provocazioni lanciate nei confronti di Palestina e Giordania.
Dopo il raid israeliano che ha colpito brutalmente il campo profughi a jenin, Israele ha giustificato la faccenda spiegando che lo scopo era quello di trovare ed eliminare Ehi tre terroristi ha ritenuti affiliati nel della jihad islamica e nell’attacco sono morte 9 persone e ne sono rimaste ferite molte altre. Dopodiché la situazione degenerata e questa notte sono state prese misure da Israele dopo che nella giornata di ieri i gruppi di Hamas hanno attaccato con razzi il territorio israeliano.
L’esercito israeliano ha precisato che i raid aerei avevano un obiettivo preciso e sono andati a colpire i siti di produzione di razzi e armi utilizzati da Hamas, il gruppo che, per l’appunto, governa Gaza.
Dopo i raid, l’agenzia di stampa AFP ha riportato anche notizie di altri attacchi di razzi lanciati da Gaza ed esplosioni, che hanno fatto tremare edifici e illuminato il cielo notturno sopra la città spaventando la popolazione. Le sirene dei raid aerei, nel frattempo, hanno suonato nelle aree israeliane a rischio.
Nonostante la pericolosità obiettiva degli attacchi non si sono verificati incidenti gravi tali da riportare vittime o feriti gravissimi.
L’unità armata del Fronte democratico di sinistra per la liberazione della Palestina ha dichiarato di aver lanciato razzi contro Israele all’inizio di giovedì in risposta ai raid aerei e alla “aggressione sistematica” contro i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.
I residenti locali a Sderot hanno riferito di aver sentito una forte esplosione poco dopo il suono delle sirene e la guardia si sicure ha riferito che il sistema di difesa aerea Iron Dome ha intercettato un razzo che era stato lanciato dalla zona costiera palestinese.
Le autorità hanno dichiarato in una nota mercoledì che sono stati segnalati altre esplosioni in diverse zone e, ciò, è stato confermato anche dal consiglio regionale e Sha’ar HaNegev ha precisato che nessun razzo è caduto all’interno della sua giurisdizione.
il crescendo del malcontento che si è andato via via ad alimentare sempre più e, da settimane, rivela i dissapori mai scemati rivela una concreta possibilità di conflitto militare che vedrebbe schierarsi anche gli alleati, per esempio gli Stati Uniti, i quali hanno già inviato Blinken in Medio Oriente.
Il risentimento tra la milizie islamiche ed gruppi estremisti ortodossi di Israele, ovviamente facenti parte delle fasce più estreme della popolazione, stanno realmente preoccupando la comunità globale che sta provando ah mantenere calmi gli animi con ammonimenti e dichiarazioni.
La Jihad islamica palestinese sembrava voler rivendicare la responsabilità del lancio già mercoledì notte, dato che sono stati ritrovati su pezzi di carta attaccati ai razzi con messaggi precisi, rinvenuti successivamente, che si riferivano anche a una problematica palestinese inerente i penitenziari. Questo è emerso da un video comparso sul web dopo le esplosioni.
Il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina ha precisato che non ha intenzione di lasciare perdere riguardo le ripercussioni introdotte verso i palestinesi e la questione detenzione fa parte proprio di questo ambito.
Secondo il video condiviso sul web, l’attacco è stato una risposta diretta dopo un video pubblicato da una detenuta palestinese nella prigione di Damon, che ha esortato I gruppi islamici palestinesi a “mostrare determinazione a insegnare al nemico a non fare del male alle nostre donne”. La donna ha spiegato, inoltre, di essere stata maltrattata nella prigione israeliana.
I detenuti palestinesi nella prigione, che erano in rivolta e hanno anche tentato di dare fuoco a una delle celle, stando a quanto riporta il servizio penitenziario israeliano, sono stati poi picchiati e colpiti con spray al peperoncino. Si tratta però di informazioni e dichiarazioni non confermate ufficialmente.
Questa mattina invece le forze di difesa israeliana hanno emesso un avviso che avvertiva da parte del comando del fronte interno per i residenti nell’insediamento di Psagot in Cisgiordania.
L’avviso, rilasciato dai militari, consigliava a tutti i residenti di rimanere nelle loro case fino a nuovo ordine ma anche di chiudere a chiave porte e finestre. Nessuno poteva lasciare la propria residenza fino a quando non sarebbe avvenuta una notifica ufficiale che dichiarava che la minaccia era cessata.
Nella zona è stato bloccato il traffico fino a nuovo avviso e gli automobilisti non potevano circolare ma dovevano stare a una distanza adeguata. Tutto questo è scaturito dal fatto che è stata trovata una borsa contenente un coltello e altri oggetti sospetti e sono ancora in corso ricerche serrate per capire se sia possibile che qualche ma vivente si nasconda nell’area. I soldati stanno verificando se sono presenti possibili intrusi che possono arrecare danno alla popolazione.
Ora sembra avere molta importanza per i palestinesi la questione inerente I soprusi nei penitenziari, dopo che il ministro della sicurezza nazionale Ben-Gvir, che sovrintende all’IPS, ha deciso di compiere diverse mosse volte a imporre nuove severe restrizioni ai prigionieri palestinesi incarcerati per coinvolgimento in attacchi terroristici.
L’ accanimento verso i prigionieri palestinesi ha rafforzato ancora di più l’astio, già ben presente tra le parti in contrasto.
Qadri Abu Bakr, presidente della Commissione per gli affari dei detenuti e degli ex-detenuti, ha dichiarato che, a suo avviso, i piani del nuovo ministro di Netanyahu potrebbero portare a una caos generale che peggiorerebbe notevolmente la situazione di Israele, irrimediabilmente comportando gravi conseguenze sociali economiche e rappresaglie da parte degli oppositori politici.
Le problematiche sono aumentate notevolmente in Medio Oriente da quando il nuovo governo israeliano di estrema destra è salito al potere alla fine dello scorso anno, e gennaio è stato un mese particolarmente sanguinoso per i palestinesi, in cui sono state uccise 35 persone, tra combattenti e civili.
Le forze israeliane hanno ucciso almeno 200 palestinesi nell’ultimo anno. Hamas, che è la principale forza che governa la Striscia di Gaza affiliato alla jihad islamica, ha riferito che, tutto questo, porterà a conseguenze gravissime e non sarà possibile tornare indietro dato che, le decisioni prese, sono state chiare e minano la sicurezza dei musulmani. In tutto questo l’Unione Europea chiede calma e di avere una sorta di garanzia del fatto che non si vada da sfociare in ulteriori contrasti, che porterebbero a uno scontro deleterio sia per Israele che pe Cisgiordania e Palestina.
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