Le forze di sicurezza di Israele hanno abbattuto, domenica, un drone proveniente dal territorio siriano che ha invaso lo spazio aereo israeliano. Nonostante, inizialmente, non sia stata rivelata la provenienza iraniana del velivolo, abbattuto successivamente, l’IDF ha deciso di rivelare informazioni in più in merito al drone rinvenuto. La tensione cresce così come la preoccupazione internazionale in merito all’escalation di violenza emersa di recente.
La situazione tra Israele e Iran è molto tesa e questo è causato dai ripetuti attacchi attuati dalle autorità israeliane, nei confronti di siti strategici ritenuti basi dei terroristi islamici filo iraniani collocati e stanziati in Siria. Le autorità di Tel Aviv hanno deciso di condurre una campagna ancora più serrata con lo scopo di sradicare il terrorismo in Medio Oriente e ogni minaccia che possa arrecare danno alla Nazione. Tutto ciò sta capitando in un momento in cui il popolo israeliano ha deciso di contrastare il governo di Netanyahu e la riforma giudiziaria avanzata, che è stata ora messa in pausa per un mese, e da dodici settimane combatte per la democrazia israeliana e, man mano che i giorni passano, alla protesta si uniscono sempre più categorie di lavoratori e, ora, chi sta portando avanti la situazione sono i militari e riservisti che non vogliono rinunciare al progresso israeliano e non credono che la concessione di questa sospensione sia davvero una soluzione, ma soltanto un modo per prendere tempo e riproporne la prossima sessione governativa il disegno di legge.
Mentre il popolo israeliano vive una crisi interna e politica importante ma nonostante ciò le autorità hanno comunque interesse nel proseguire in maniera decisa la lotta al terrorismo e nell’ultima settimana si sono verificati tre attacchi presumibilmente dalle forze di sicurezza israeliane nei confronti di obiettivi filo iraniani radicati In Siria. Da tempo, le forze islamiche sostenute dall’iran, tentano di contrapporsi a Israele e il disaccordo così come il malcontento tra le due Nazioni, è ora evidente e ai massimi livelli.
Nella giornata di domenica 2 Aprile un drone ha attraversato lo spazio aereo di Israele ed è stato abbattuto dall’IDF.
Inizialmente si è parlato del fatto che la traiettoria forniva una chiara indicazione del fatto che fosse partito dalla Siria, ma non sono state date molte informazioni in merito.
Nella giornata di oggi le Forze di Sicurezza di Israele hanno confermato che il drone, abbattuto domenica, è iraniano ed è stato abbattuto utilizzando speciali strumenti elettronici. Non è stato precisato altro in merito all’abbattimento del velivolo iraniano, in quanto censurare queste informazioni è essenziale per continuare a mantenere segrete le capacità elettroniche e non far sapere al nemico di cosa si è dotati.
Sono sorte molte domande sui media in merito al perché le autorità israeliane abbiano deciso di ritardare temporaneamente la condivisione di informazioni sull’incidente e hanno poi deciso invece nella giornata di lunedì di ampliare la descrizione dei fatti.
Domenica notte i militari israeliani hanno precisato di aver seguito il drone durante il volo dalla Siria e che non aveva mai rappresentato in realtà una minaccia.
Nonostante la precisazione odierna rimane un certo alone di mistero intorno alla faccenda e intorno alle reali intenzioni israeliane in merito all’iran che ha risposto con questo drone dopo i ripetuti attacchi subiti negli ultimi giorni dalle forze israeliane.
Ecco perché l’Iran ha inviato il drone in Israele
Le autorità iraniane hanno deciso di inviare il drone a Israele a seguito di numerosi attacchi che, in base alle informazioni emerse e riportate da tutti i media, sono stato attuati da Israele con l’obiettivo di colpire le milizie filo iraniane, che sono andati a colpire i propri militanti in Siria nei giorni scorsi.
L’aumento degli attacchi israeliani e arrivato nel momento in cui un agente di Hezbollah ha inviato un militante per far detonare esplosivi in Israele.
Il militare inviato dal gruppo terroristico ha colpito con un esplosivo Megiddo a marzo, dove è stato poi ucciso dalle Forze di Sicurezza, prima che potesse arrecare altri danni e procurare altri morti.
Secondo il consiglio dell’Alta Galilea non vi era preoccupazione ulteriore e nessuna minaccia immediata e in merito alla questione dopo aver neutralizzato il sospetto.
Il ministro della Difesa israeliano Gallant, che la scorsa settimana il ministro Netanyahu ha tentato di destituire, ha voluto mettere in guardia sulla presenza iraniana e soprattutto l’interferenza nelle aree palestinesi. Ha precisato in merito che: “Non permetteremo agli iraniani e agli Hezbollah di farci del male. Non l’abbiamo permesso in passato, non lo permetteremo ora, né in futuro” .
La dichiarazione arriva proprio nel momento in cui la tensione e massimi livelli dopo i tre attacchi aerei e missilistici italiani su base iraniana in Siria che ovviamente hanno ricevuto avvertimenti di ritorsione da parte dell’autorità di Teheran. Il regime iraniano ha ammesso che sono stati uccisi due ufficiali nell’attacco è questo ha allertato in merito ad un possibile contrattacco iraniano.
Ali Bahadori-Jahromi, portavoce del governo iraniano, ha rivelato su Twitter domenica 2 Aprile che “gli atti terroristici di Israele non rimarranno senza risposta”.
Per quanto riguarda i media governativi e gli stessi funzionari iraniani non sono pervenute notizie in merito all’incidente avvenuto ma sono stati riportati soltanto articoli da alcuni giornali siti web che ha sollevato la possibilità del fatto che si trattasse di un drone iraniano.
Il ministro Gallant ha ricevuto una dura presa di posizione da parte del primo ministro Netanyahu che ha deciso di licenziarlo perché si era espresso contro la riforma giudiziaria.
A seguito dell’annuncio si sono verificate proteste importantissime, che hanno poi portato a far deciderà ne teniamo i suoi ministri a riguardo la sospensione attuata della riforma legislativa dato la possibilità di reale guerra civile interno al paese.
La tensione tra Israele e Palestina è veramente alle stelle e questo dopo mesi di violenza nelle zone di Gerusalemme e in Cisgiordania.
Ma le autorità israeliane oltre che au gruppi islamici iraniani devono anche contrastare le milizie filo iraniane collocata in Siria ma soprattutto il gruppo terroristico Hezbollah.
Gallant ha precisato che: “Tutti i nostri fronti sono tesi. Gli iraniani stanno estendendo il loro raggio d’azione a (Cisgiordania) e Gaza e stanno tentando di trincerarsi in Siria e Libano”.
La scorsa settimana le Guardie della Rivoluzione islamica iraniana hanno chiesto ai palestinesi di utilizzare le proteste che hanno creato una spaccatura Israele così da destabilizzare il paese prendere il potere.
il portavoce dell’IRGC ha precisato che: “i territori occupati sono teatro dello scontro di un movimento all’interno del regime sionista che vuole opporsi al totalitarismo di un’altra ala”.
Ha riferito inoltre: “Questa è un’occasione d’oro per i combattenti palestinesi per trarre vantaggio dalla situazione”.
Successivamente i media iraniani hanno cominciato a annunciare la fine di Israele e il 29 Marzo il generale sceriffo che è stato citato direttamente dai media locali ha affermato che la liberazione di Gerusalemme vicino grazie alla lotta palestinese sottolineando che il leader iraniano ali Khamenei è il portabandiera alla lotta contro Israele.
Ha sostenuto inoltre che il generale delle guardie rivoluzionarie Soleimani ha avuto ruolo importante nel portare avanti la resistenza.
Va sottolineato che all’interno di questa questione prendono parte anche gli Stati Uniti che, nonostante siano in disaccordo per la politica interna e per la politica estera di ampliamento palestinese, condividono invece la lotta al terrorismo islamico con le autorità israeliane.
Anche le truppe statunitensi hanno deciso di attuare diversi attacchi in Siria per colpire le basi islamiche e andare a evitare la possibilità di forniture che riescono a dare le competenze e le componentistiche necessarie alle milizie iraniane per costruire missili guidati ad alta precisione. La Siria ha storto il naso in merito agli attacchi usa ma l’esercito americano ha precisato che più volte hanno ricevuto attacchi dalle milizie e pertanto la sicurezza delle truppe statunitensi non era più cosa certa.
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