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Israele: il governo scioglie il Parlamento. Si va a nuove elezioni

In Israele l’indebolito governo di coalizione ha deciso lunedì di sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni, le quinte del Paese in tre anni.

Naftali Bennett – NanoPress.it

Il voto, previsto per questo autunno, potrebbe portare al ritorno di un governo religioso nazionalista guidato dall’ex primo ministro Benjamin Netanyahu, o a un altro prolungato periodo di stallo politico. Le quattro precedenti elezioni, incentrate sull’idoneità di Netanyahu a governare, mentre era sotto processo per accuse di corruzione, si sono concluse in una situazione di stallo.

Israele: Naftali Bennett ha sciolto il Governo

In una conferenza stampa televisiva a livello nazionale, il primo ministro Naftali Bennett ha affermato che non è stato facile sciogliere il governo, ma l’ha definita “la decisione giusta per Israele”. La fragile coalizione di governo, che comprende partiti di tutto lo spettro politico, ha perso la maggioranza all’inizio di quest’anno e, nelle ultime settimane, ha dovuto affrontare ribellioni da parte di diversi legislatori.

Il ministro degli Esteri Yair Lapid subentrerà a Bennett ad interim, in un accordo che hanno annunciato insieme. Bennett ha elencato una serie di risultati e ha promesso una transizione “ordinata”. Lapid ha ringraziato Bennett per aver messo il paese davanti ai suoi interessi personali. “Anche se andremo alle elezioni tra pochi mesi, le nostre sfide come Stato non possono aspettare”, ha detto Lapid.

Bennett ha formato la coalizione di otto partiti nel giugno 2021, dopo quattro elezioni consecutive inconcludenti. Comprendeva una vasta gamma di partiti, dalle fazioni accomodanti che sostengono la fine dell’occupazione israeliana delle terre conquistate nel 1967, ai partiti intransigenti che si oppongono all’indipendenza palestinese. Spesso descritto come un “esperimento” politico, ha fatto la storia diventando il primo governo di coalizione israeliano a includere un partito arabo.

L’alleanza ha raggiunto una serie di risultati, tra cui l’approvazione del primo bilancio nazionale in diversi anni, e la gestione di un paio di focolai di coronavirus senza imporre alcun blocco. Ma alla fine bene o male se l’è cavata, e questo è successo anche perché diversi membri del partito di Bennett, si sono opposti a quelli che ritenevano fossero compromessi da lui fatti per mantenere a galla la coalizione e la sua percepita moderazione.

Netanyahu come sempe l’ultima carta da giocare

La causa immediata della decisione di Bennett è stata l’imminente scadenza delle leggi che garantiscono uno status legale speciale ai coloni della Cisgiordania. Se tali leggi dovessero scadere, i coloni sarebbero soggetti a molte delle leggi militari che si applicano agli oltre 2 milioni di palestinesi del territorio. Il Parlamento doveva votare per l’estensione delle leggi all’inizio di questo mese. Ma l’opposizione intransigente, composta in gran parte da sostenitori dei coloni, paradossalmente ha votato contro il disegno di legge, per mettere in imbarazzo il governo.

Benjamin Netanyahu – NanoPress.it

I membri accomodanti della coalizione che normalmente si oppongono agli insediamenti, hanno votato a favore del disegno di legge nella speranza di mantenere a galla il governo. Sciogliendo il parlamento, le leggi rimangono in vigore. Bennett, un ex leader dei coloni, ha affermato che se avesse lasciato scadere le leggi, ci sarebbero stati “gravi pericoli per la sicurezza e caos costituzionale“. “Non potevo lasciare che accadesse”, ha detto. Lo scioglimento ha minacciato di mettere in ombra una visita programmata dal presidente Joe Biden, prevista per il mese prossimo.

L’ambasciata degli Stati Uniti ha affermato di presumere che la visita si sarebbe svolta come previsto. Netanyahu ha descritto l’imminente scioglimento del parlamento come “una buona novella” per milioni di israeliani, e ha affermato che formerà “un ampio governo nazionalista guidato dal Likud” dopo le prossime elezioni. Israele ha tenuto quattro elezioni inconcludenti tra il 2019 e il 2021, che sono state in gran parte referendum sulla capacità di Netanyahu di governare mentre era sotto processo per corruzione.

Netanyahu ha sempre negato l’illecito. I sondaggi di opinione hanno previsto che il Likud intransigente di Netanyahu emergerà ancora una volta come il più grande partito unico. Ma non è chiaro se sarà in grado di raccogliere il sostegno richiesto dalla maggioranza dei legislatori per formare un nuovo governo.

 

Paolo Battisti

Giornalista Pubblicista dal 2013. Amo la storia e mi occupo di politica estera

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