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Israele, la lettera dell’Alta Corte a Netanyahu che boccia Deri e le strade percorribili ora dal premier

Il governo Netanyahu ha subito una battuta d’arresto a causa della decisione dell’Alta Corte che ritiene inopportuno che Deri assuma la carica, per l’appunto, di ministro, come indicato dal nuovo premier. La decisione del nuovo capo del governo non è stata presa di buon grado ed è arrivata una lettera direttamente al neo eletto primo ministro.

Ministro israeliano Deri – Nanopress.it

Dopo la vittoria di Netanyahu e, quindi, della destra contro l’ex premier di sinistra Lapid, si è sollevata la preoccupazione dell’opposizione ma anche delle autorità Internazionali dato che è il governo più a destra della storia di Israele. Le istituzioni che hanno, da subito, avuto paura di un’escalation di violenza contro la Palestina e la Cisgiordania, paure poi confermate dai fatti e dalle provocazioni di Ben Gvir. Non non è stato soltanto lui, però, a sollevare un polverone internazionale, oltre che israeliano, dato che anche il ministro della Giustizia Levin ha optato per una riforma giudiziaria che, di fatto, va consegnare l’imparzialità della Corte Suprema israeliana nelle mani della politica.

La terza polemica per Netanyahu è nata nel momento in cui il ministro Smotrich ha utilizzato parole molto dure nei confronti del mondo LGBT e la cosa è emersa tramite una telefonata privata, poi resa pubblica, che non è di certo passata inosservata ma anzi ha creato parecchio subbuglio internazionale. Ora il nuovo governo israeliano ha ricevuto una battuta d’arresto direttamente dall’Alta Corte di Israele che ha bocciato la nomina Ministro dell’Interno Deri. Creando così ulteriore tensione e caos all’interno di un paese che si appresta ad affrontare una crisi interna e internazionale non indifferente.

L’alta Corte israeliana ha bocciato la nomina di Deri a ministro degli Interni

Il nuovo governo Netanyahu ha già fatto discutere ampiamente a causa delle azioni intraprese dai neo eletti i ministri e spalleggiatori di ultradestra del nuovo premier. Si tratta di questioni che hanno sollevato l’indignazione internazionale partendo per esempio da la provocazione effettuata da Ben Gvir con la camminata alla Spianata delle moschee che ha dato ragione a tutte le persone, ai media e alle autorità che avevano sollevato l’ombra del razzismo e dell’intensificarsi del malcontento verso la Palestina. La scelta di andare a innescare nervosismo, appositamente, contro la comunità musulmana, non ha per niente fatto piacere alle autorità internazionali, che hanno immediatamente preso parola per frenare le provocazioni.

È arrivato poi il momento di Levin che ha sollevato l’indignazione popolare e 100.000 persone si sono riversate nelle strade di Tel Aviv, e in altre zone di Israele, per manifestare contro una riforma che, in sostanza, cede l’imparzialità della Corte Suprema israeliana alla politica. Questo perché basterebbe la richiesta di un solo deputato per fare una votazione in merito a una sentenza emanata, per l’appunto, dall’Alta magistratura e, se l’esito superasse i 60 ed arrivasse a 61 su 120, quindi la maggioranza, la decisione della della Corte Suprema potrebbe essere annullata.

La non annullabilità delle sentenze della Corte Suprema è qualcosa che non può essere violato, si tratta di un principio che è sopra alle istituzioni e all’ambito politico ed è fondamentale per mantenere l’equilibrio In Israele.

Dopo le questioni di razzismo e quelle inerenti il cambiamento giudiziario proposto con la riforma di Levin, arrivano le parole omofobe di Smotrich che emergono da una telefonata privata con un uomo d’affari, poi resa pubblica,  che non lasciano spazio all’immaginazione.  Una posizione durissima quella dell’estrema destra sia contro la Palestina che nei confronti delle diversità di genere e religione e che punta a portare tutto il potere nelle mani governative, in modo da poter portare avanti le proprie azione senza ricevere più nessun giudizio.

Netanyahu nel suo governo ha dato la carica di ministro degli Interni a Deri e questo ha sollevato polemiche e indignazione tra gli israeliani. Decisione che ha ricevuto una chiara e netta bocciatura contro il presidente dello Shas ma in primis al primo ministro che non avrebbe dovuto attuarla.

Il procuratore generale Gali Baharav-Miara, ha seguito la linea della sentenza dell’Alta Corte che, mercoledì, ha, quindi, esonerato dalla carica di ministro Deri, specificando anche, che Benjamin Netanyahu deve rimuovere il politico dalla cariche governative.  Questo emerge da una lettera che e stata pubblicata oggi.

Il procuratore generale ha scritto:Secondo la sentenza che è stata emessa oggi, Deri non può continuare a servire come ministro nel governo israeliano. Di conseguenza, e secondo la vostra autorità… dovete agire secondo la sentenza e rimuoverlo dai suoi ruoli nel governo”.

Generalmente la linea predefinita israeliana, in occasione della rimozione di un ministro o anche in caso di dimissioni, è quella che vede il primo ministro assumere la suddetta carica, temporaneamente ma automaticamente.

La carica di Deri è rifiutata in quanto è stato implicato in un processo per frode e per evasione fiscale che non permette quindi al politico di assumere la carica di ministro.

Stesso identico discorso per il premier Netanyahu  che non può servire come ministro, a causa del procedimento penale in corso, e quindi deve  necessariamente nominare qualcun altro ai ruoli di ministro della salute e degli interni di Deri.

Emerge dal Jerusalem post che la lettera è stata inviata al Procuratore di Stato, al Segretario del Governo e ai sostituti procuratori generali.

Attualmente non è ancora chiaro che cosa accadrà quando il capo del governo licenzierà Deri che è uno dei suoi principali alleati nella coalizione che lo ha portato alla vittoria delle elezioni.  Non è previsto dalla legge che Shas ovvero il partito di Deri lasci il governo, ma questa azione potrebbe decretare instabilità nel prossimo futuro.

La lettera del procuratore è stata inviata dopo che l’Alta Corte ha emesso la sentenza, ieri, che descrive la nomina di deri amministrò come “estremamente irragionevole” Innanzitutto a causa del suo passato criminale sia per quanto riguarda il fatto che l’anno scorso ha cercato di fuorviare un tribunale promettendo che non sarebbe rientrato in politica per avere una condanna più leggera.

Alcuni ritengono che, come per esempio il giudice Joseph Elro, ritengono che Netanyahu avesse dovuto innanzitutto rivolgersi al presidente del comitato elettorale centrale il giudice dell’alta Corte Solberg per appurare se le azioni compiute nel 2022 da Deri includessero al loro interno la turpitudine morale, condizione per la quale un politico non può assumere la carica di ministro per sette anni.

Le possibili strade percorribili da Netanyahu

In questa situazione il primo ministro Netanyahu può decidere di seguire tre strade.

La prima potrebbe essere quella di ordinare alla coalizione di abbandonare tutta la legislazione in maniera di poter approvare nel più breve tempo possibile una legge che vada ad annullare la clausola di irragionevolezza, norma che ha utilizzato il tribunale per squalificare deri.

In questo modo potrebbe lasciare in essere gli incarichi ceduti, da lui stesso a Deri, che così manterrebbe la posizione attuale . Tuttavia i giudici hanno menzionato non soltanto la problematica dell’irragionevolezza ma altre ragioni che portano a contestare la nomina. Quindi potrebbe accadere che la nomina venga annullata in modo permanente.

La seconda ipotesi è la strada di consentire, appositamente, a Deri di scegliere i sostituti dei ministri dell’Interno e della salute all’interno del partito Shas come per esempio Arbel che è  il vice del politico.

La terza strada, come riporta anche il Jerusalem post, potrebbe essere quella che vede la coalizione portare avanti un costruttivo voto di sfiducia nel governo, formando poi un governo di rotazione con Deri come ministro supplente.

Siccome la carica di ministro supplente equivale ha una sorta di secondo primo ministro, l’Alta Corte non può squalificarlo, dato che la sua sentenza può raggiungere soltanto un ministro regolare.

C’è un quarto scenario possibile, anche se è il meno gettonato da esperto e media locali, ovvero quello in cui il Consiglio Shas dei Saggi della Torah stabilisca che Shas deve lasciare il governo .

Ciò non comporterebbe elezioni immediate, in quanto il partito potrebbe dare, nonostante tutto, la sua fiducia al governo ma porterebbe il governo ad essere instabile e traballante.

li ministro degli affari sociali Ya’acov Margi ha  rilasciato un’intervista mercoledì mattina alla radio KAN prima della sentenza affermando  che “non ci sarebbe governo” se Deri fosse tolto dalla carica. Margi ha poi spiegato subito dopo che ciò che intendeva era che avrebbe raccomandato al Consiglio dei saggi della Torah di Shas di incitare il partito a smantellare il governo nel caso in cui a Deri fosse stato impedito di servire come ministro.

Israele, Netanyahu e Deri – Nanopress.it

È difficile credere tuttavia che il partito o i suoi leader spirituali facciamo la scelta di far crollare un governo completamente di destra rischiando così addirittura di poter perdere il potere decisionale e lo stesso deri potrebbe arrivare ad opporsi a questo.

 

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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