Israele si trova in una situazione delicata dopo la formazione del nuovo governo di Netanyahu e, dopo le riforme annunciate mercoledì, soprattutto quella che riguarda le limitazioni dei poteri della Corte Suprema israeliana, ha gettato nel caos l’opposizione di Netanyahu. Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza Tel Aviv, per contrapporsi ad un governo che a loro avviso è razzista e con la chiara intenzione di dividere la popolazione piuttosto che riunirla.
La vittoria del premier Benjamin Netanyahu ha segnato l’inizio di un governo a prevalenza di ultra conservatori di destra, che sono stati accusati di essere criminali e di aver adottato, in passato, una condotta che inneggiava al razzismo, soprattutto nei confronti dei territori palestinesi. Non appena il mandato ha avuto inizio con il nuovo anno è stato lanciato un attacco aereo all’aeroporto di Damasco, in Siria, ritenuta base strategica dei gruppi terroristici musulmani. Ma è anche già stata attuata la prima provocazione del ministro Ben Gvir.
La preoccupazione delle autorità internazionali è legata anche al fatto di una possibile escalation militare, che riporti il paese in una condizione guerra costante, che andrebbe a gravare immensamente sulla popolazione, che ormai da moltissimi anni soffre di questo conflitto. Contrasto politico e religioso che continua a rafforzarsi anche grazie a chi ha a cuore l’alimentare la diversità piuttosto che propagandare l’uguaglianza e la coesione.
Il neo eletto premier Benjamin Netanyahu ha vinto alle elezioni governative israeliane grazie al sostegno dell’estrema destra, che ha così avuto un ruolo importante all’interno del nuovo governo. La vittoria ha fatto molto discutere, sia tra la popolazione israeliana che tra le autorità internazionali che hanno manifestato timori e paure per la possibilità dell’intensificarsi dell’istigazione all’odio.
Questo è causato dal fatto che la parte più estremista capitanata da Ben Gvir, che è ritenuto un uomo pericoloso e razzista, ha ora il potere di portare avanti azioni pericolose con l’appoggio dei piani alti del governo. La sua opinione, per esempio, in merito all’occupazione dei territori palestinesi e contro le minoranze islamiche è molto dura e punta alla sconfitta delle forze Islamiche estremiste.
Non appena il governo di Netanyahu ha iniziato il mandato è stato subito sferrato un attacco all’aeroporto di Damasco in Siria. Questa prima azione ha già dimostrato le intenzioni delle autorità israeliane e ha provocato un aumento della tensione tra le due fazioni in contrasto. Nonostante le critiche ricevute per la scelta ritenuta provocatoria è arrivata una seconda azione provocatoria che ha portato aumento della tensione tra Israele e l’opposizione islamica più estrema. Il ministro Ben Gvir ha, prima, dichiarato l’intenzione di visitare la Spianata delle mosche a Gerusalemme, sollevando le critiche globali poi, il giorno dopo, con tanto di scorta armata si è recato in passeggiata nel luogo sacro per i musulmani che, solitamente, non è visitato dai israeliani.
Una provocazione rivolta a alzare la tensione e il nervosismo per, probabilmente, arrivare a una nuova escalation militare. Gli attacchi di Israele verso la Palestina e la Striscia di Gaza ma anche verso altre zone ritenute dal vivendo israeliano basi di gruppi ribelli islamici, così come le contro mosse dei gruppi islamici non si sono mai fermati realmente, ma una guerra vera e propria getterebbe la zona nel caos totale.
Il popolo ha cominciato a manifestare il proprio dissenso e soprattutto dopo la comunicazione di Netanyahu, avvenuta mercoledì, che informava di una riforma legislativa che va a limitare i poteri della Corte Suprema ma subentra, anche, un cambiamento nella nomina dei giudici. Questa notizia ha scatenato la reazione dell’opposizione che, insieme a migliaia di cittadini, ha deciso di opporsi alle suddette leggi.
Migliaia di persone sono scese in piazza a Tel Aviv per manifestare contro il governo di Netanyahu, ritenuto razzista e discriminante. I cittadini si sono opposti con fermezza alla riforma, che è contestatissima anche dalle opposizioni politiche di sinistra.
La riforma, in sostanza, prevede che il parlamento israeliano, o Knesset, possa annullare una decisione presa dalla Corte Suprema soltanto tramite una votazione con maggioranza assoluta. Ciò significa che con 61 voti favorevoli su 120 ogni decisione può essere di fatto annullata. Questo significa che la magistratura perde il suo potere che va, così, a finire nelle mani del parlamento.
Tutto questo è stato proposto dal ministro Yariv Levin, che ha presentato la proposta prima che la Corte Suprema si riunisse per discutere ufficialmente dei ricorsi pervenuti contro la nomina di Arye Dery a ministro dell’Interno e della Salute. Dery è del partito ultraortodosso Shas e, siccome lo scorso hanno è stato accusato di frode fiscale che ha poi sistemato con un patteggiamento, non avrebbe potuto essere nominato ministro secondo la legge israeliana vigente. Il governo quindi ha modificato la legge esistente proprio per rendere la nomina di Dery legittima.
Il popolo israeliano teme di tornare ad un regime autoritario ed estremista, che rischia in poco tempo di avere tutte le posizioni governative e legislative sotto controllo. Il leader del partito centrista Yesh Atid Lapid ha scritto su Twitter che il governo ha agito: “come una banda di criminali, mettendo sul tavolo una pistola carica il giorno prima dell’udienza”. In piazza sono scesi gruppi arabi della knesset insieme all’opposizione di sinistra che temono, per l’appunto, che con l’ingresso dei partiti sionisti e religiosi al governo, vengano messi a rischio i diritti dei palestinesi e anche quelli LGBT.
Il premier Netanyahu ha commentato la manifestazione degli oppositori e l’ha definita fuori luogo, soprattutto per il paragone fatto tra il ministro della giustizia Levin e i leader nazisti. Oggi Bibi ha presenziato alla riunione di governo a Gerusalemme e ha contestato la presenza di bandiere palestinesi durante la protesta e di cartelli con la scritta ‘Libera Palestina dal giogo coloniale sionista”. Ha affermato che: “Questo è istigazione selvaggia che non è stata condannata dall’opposizione né dal mainstream mediatico. Chiedo che tutti mettano fine immediatamente a questo”.
La situazione all’interno del Paese è complicata e anche i gruppi islamici hanno fatto sapere che non verrà permesso al nuovo governo di Netanyahu e ai suoi ministri di minare ulteriormente la serenità della comunità islamica e che, oltre a non tollerare nuovo attacchi, non verranno lasciate impunite le ultime provocazioni lanciate da Israele.
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