Lo studio dell’ISS sulla popolazione transgender e sugli stili di vita e di prevenzione del target. Ecco i dati emersi dalla ricerca e le azioni che dovrebbero essere messe in atto per migliorare la situazione.
L’Istituto Superiore di Sanità ha condotto uno studio sulla popolazione transgender, osservandone gli stili di vita e la propensione a sottoporsi a screening per la salute. Ecco i dati che sono emersi.
L’Istituto Superiore della Sanità ha condotto uno studio sulla popolazione transgender al fine di studiarne gli stili di vita e la propensione a sottoporsi a esami di controllo nel corso della vita.
I dati che emergono da questa ricerca mettono in luce il fatto che il target di riferimento si sottopone a pochi screening oncologici, ma non solo: i soggetti, inoltre, soffrono di depressione fino a dieci volte maggiore rispetto al restante della popolazione, attuando, inoltre, stili di vita che peggiorano il quadro clinico generale.
Lo studio è stato condotto dall’IS, insieme ai centri clinici distribuiti dipanati su tutto il territorio nazionale, nonché con le associazioni e i collettivi transgender.
Al fine di garantire uno stile di vita più sano al gruppo oggetto d’esame, emerge l’importanza di mettere in atto un’azione sanitaria che permetta alla popolazione transgender di accedere, con maggior facilità, al sistema sanitario per ottenere cure ed assistenza, abbattendo, così, le barriere della discriminazione che spesso impedisco al paziente di rivolgersi agli specialisti. Ben il 46% dei soggetti, infatti, si sente discriminato sul piano medico.
Inoltre, altro dato da tenere in considerazione, è il fatto che molte persone transgender – nate donna – non si sottopongono al pap test per individuare eventuali malattie al collo dell’utero: solo il 20% di esse sceglie di effettuare questa prestazione sanitaria.
Il 64%, inoltre, soffre di depressione, mentre il 58% non fa attività fisica, che può migliorare la salute in generale. Anche il fumo e il consumo eccessivo di alcol hanno un ruolo preponderante sulla salute del target d riferimento.
Come afferma Triantafillos Loukarelis, direttore dell’UNAR, “la salute e il benessere delle persone transgender sono temi prioritari su cui stiamo lavorando da tempo sia in termini di strategia nazionale Lgbt sia in termini di progettualità per politiche che includono anche gli aspetti di inserimento lavorativo. Tale sforzo sarà confermato e rafforzato nella nuova progettualità dei fondi europei concordati con l’Ue fino al 2027”.
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