Arrivano le prime anticipazioni sui dati (relativi alla settimana che va dal 5 all’11 aprile 2021, aggiornati al 14 aprile) contenuti nel monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e ministero della Salute che saranno diffusi oggi. Il valore dell’indice Rt nazionale scende a 0.85. La settimana scorsa era 0,92.
Vista la situazione complessivamente in miglioramento, soltanto tre regioni dovrebbero rimanere rosse: Valle d’Aosta, Puglia e Sardegna, tutte le altre invece in arancione.
Solo Valle d’Aosta, Puglia e Sardegna in zona rossa
Valle d’Aosta e Puglia restano in zona rossa a causa l’alta incidenza, superiore alla soglia dei 250 casi settimanali su centomila abitanti. La Sardegna invece deve restare almeno un’altra settimana con un Rt sotto quota 1,25.
La Campania, può aspirare alla zona arancione, con Rt e incidenza tornati, anche se non di molto, sotto soglia.
Valori già da potenziale zona gialla, invece, per Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Umbria e Veneto, che però dovranno comunque attendere le decisioni delle prossime settimane su un eventuale ripristino della vecchia fascia di rischio.
Iss: terapie intensive sopra la soglia, ma segni di lieve calo
Continua anche la pressione sulle terapie intensive e sui reparti ospedalieri, con un tasso di occupazione a livello nazionale al di sopra della soglia critica sia in terapia intensiva (39% rispetto alla soglia di allarme fissata al 30%) che in area medica (41% contro il 40% della soglia critica), che tuttavia per la prima settimana mostrano segnali di una lieve diminuzione.
Resta comunque alto il numero di Regioni/PPAA con un tasso di occupazione in intensiva e aree mediche sopra soglia (14 contro le 15 della settimana precedente).
L’incidenza diminuisce ancora
Questa settimana si osserva ancora una diminuzione della incidenza settimanale, che è pari a 160,5 per 100.000 abitanti contro 210,8 per 100.000 abitanti nella settimana precedente.
L’incidenza però resta ancora elevata e quindi ben lontana dai livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti.