Turchia, il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu ha ricevuto una condanna, pari a quasi tre anni di reclusione, per oltraggio a pubblico ufficiale. Dopo aver ricevuto la sentenza, si è scagliato contro il presidente Erdogan che è il suo più grande rivale.
La condanna è arrivata soltanto oggi ma i fatti risalgono al 2019, quando Imamoglu vinse le elezioni, alle quali si era candidato come sindaco di Istanbul. L’accusa che gli è stata mossa è di offesa a pubblico ufficiale, dato che l’attuale sindaco al timone di Istanbul, chiamò sciocchi i funzionari della Corte Suprema elettorale e scatenò così la bufera su di lui. Va precisato, però, che le parole arrivarono a seguito dell’annullamento della vittoria al primo turno di Imamoglu che fu annullata successivamente. Ma, nonostante tutto il clamore che si creò attorno a questa vicenda, l’esito successivo ha decretato una seconda una vittoria e raggiunta con una percentuale di stacco dall’oppositore decisamente elevata.
Un personaggio di spicco in Turchia ma che in Europa appare come un politico misterioso. In realtà ha cercato di farsi conoscere dalla gente comune andando in mezzo a loro e piuttosto che concentrarsi sulla sua immagine a livello internazionale ha preferito entrare nelle case dei cittadini turchi. Si tratta del più grande oppositore del capo di Stato turco e dopo la sentenza ricevuta, si è scagliato proprio contro Erdogan, utilizzando parole importanti.
Ekram Imamoglu, nel 2019, si è candidato per ricoprire la carica di sindaco di Istanbul e si è contrapposto nella sfida elettorale con l’oppositore, ex premier, Binali Yildirim candidato del partito APK ovvero quello del presidente Erdogan. La sfida elettorale è stata vinta da Imamoglu per qualche decina di voti ma, nonostante ciò, la Corte Suprema elettorale, e alcuni funzionari in particolare, decisero di annullare il verdetto per ripetere qualche mese dopo le elezioni.
Il neoeletto sindaco ha visto annullare una vittoria democratica e si è riferito ai funzionari elettorali con la parola sciocchi. Questo è il motivo scatenante della causa intentata contro il sindaco di Istanbul che, nonostante le pressioni costanti, è riuscito a sbaragliare il candidato oppositore alle seconde elezioni svolte e a portarsi a casa, così, la vittoria in modo schiacciante.
Erdogan e Imamoglu sono completamente agli antipodi come linea di pensiero e linea pilirica. Proprio per questo il sindaco di Istanbul viene considerato il più grande oppositore del capo di Stato turco. La sentenza emessa ha condannato il sindaco a due anni e sette mesi di reclusione per aver offeso la Corte Suprema elettorale. Una condanna che è stata duramente criticata dalle istituzioni europee ma che, come precisa l’avvocato difensore di Imamoglu, è ancora provvisoria e potrebbe essere confermata ma nello stesso tempo potrebbe subire variazioni o decadere.
Un’azione ritenuta indegna dai numerosissimi sostenitori del sindaco di Istanbul, che gode di una popolarità straordinaria e del pieno sostegno del partito Chp. Poco dopo la notizia della sua condanna, il sindaco di Istanbul, ha chiesto al popolo di sostenerlo e la manifestazione di solidarietà ricevuta da migliaia di persone, che sono accorse per dare il proprio contributo, ha rivelato non solo quanto terreno abbia conquistato Imamoglu, ma allo stesso tempo ha rivelato anche quanto stia scricchiolando il regime autoritario di Erdogan.
L’indignazione turca nasce dal fatto che la condanna è ritenuta estrema e troppo severa. Secondo molto sostenitori del sindaco la mossa si potrebbe trattare di un’azione che mira a bloccare l’ascesa politica di Imamoglu, soprattutto in previsione delle elezioni governative che si terranno tra sei mesi. Il politico è molto favorito e spaventa l’opposizione.
Ieri Ekmer ha dichiarato ai sostenitori che sono arrivati in migliaia nella piazza di Istanbul : “Questa decisione è la prova che non c’è più giustizia in Turchia. Lo schiaffo alla democrazia arrivato dai giudici” E ha promesso: “Non mi fanno paura e non mi arrendo, faremo in modo che chi ha cercato di condannarci se ne penta alle urne”.
Chi è il sindaco di Istanbul, da dove proviene e perché è così amatoE
Ekram Imamoglu è nato nel 1970 a Trebisonda e all’età di 17 anni si è trasferito ad Istanbul. il politico ha conseguito una laurea in Economia aziendale e un master in gestione delle risorse umane che ha impiegato, inizialmente, nell’azienda di famiglia. Ha deciso poi di lanciarsi nell’avventura politica avvicinandosi al Partito Repubblicano del popolo o anche chiamato Chp.
Ha iniziato la carriera politica affrontando la sfida da sindaco dal 2014 al 2019 nel quartiere Beylikdüzü. Qui ha avuto modo di prendere atto delle problematiche quotidiane dei cittadini e di concentrare il suo sistema politico, diversamente dal suo più grande oppositore ovvero Erdogan, sui diritti popolari e sul benessere dei cittadini. L’esperienza a contatto con la popolazione lo ammorbidito molto anche riguardo alla controversa questione dell’inclusione, che in Turchia è ancora lontana dagli standard occidentali.
Imamoglu ha utilizzato l’esperienza da sindaco di quartiere per mostrare ciò che aveva fatto nel concreto per i cittadini, portando anche testimonianze degli stessi, che spiegavano come fosse cambiata la condizione dopo l’arrivo del sindaco.
Valeria Giannotta, docente universitaria a Istanbul e Gaziantep e ad Ankara, ha spiegato che il sindaco di Istanbul ha rotto anche le dinamiche discriminatorie per puntare all’inclusione, cosa che non è mai stata vista prima all’interno del Chp.
La docente ha affermato: “lui ha rotto tutti i tabù del suo partito, rivolgendosi anche ai curdi e alle donne velate. Poi nei faccia a faccia in tv si è presentato disteso, sorridente, sicuro di sé. Rispetto a marzo, ha finito per sfondare anche nelle aree più legate all’Akp. Ha insomma superato la polarizzazione laici-religiosi, sostituendola con una nuova polarizzazione antierdoganisti-erdoganisti”.
Quando le è stata posta la domanda se ipoteticamente Imamoglu potesse diventare un leader alternativo come Obama o Macron, la sua risposta è stata: “Erdogğan ha chiaramente iniziato la sua parabola discendente ma non è chiaro se questa logica antipolarizzante potrà durare. Il Chp non è mai ruiuscito a riformare se stesso, ed è rimasto spesso abbarbicato su interpretazioni dogmatiche del kemalismo. Non so se il leader Kemal Kilisdaroglu sarà disposto a mollare la poltrona.”
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