A maggio 2022, l’inflazione sale del 6,9%, il massimo dal 1986. La spesa delle famiglie cala, scendendo del -0,9%.
Nel corso del primo trimestre del 2022, l’ISTAT ha registrato un calo della spesa delle famiglie italiane, che hanno concentrato i propri risparmi su beni durevoli e semidurevoli. Inoltre, nel mese di maggio 2022, l’Istituto ha rilevato una nuova crescita dell’inflazione, che – nel mese di aprile – aveva subito un decremento, subito – poi – recuperato il mese successivo, secondo l’analisi fornita dall’Istituto Nazionale di Statistica.
Le famiglie italiane spendono di meno, anche a causa dell’inflazione che, nel corso del mese di maggio, ha fatto impennare i prezzi, anche di quelli di prima necessità. È il dato che emerge dal nuovo rapporto ISTAT, in cui si pone l’accento sui cambiamenti, a livello economico, che la pandemia, nonché la stessa guerra in Ucraina, hanno apportato alle spese degli italiani.
Nel primo trimestre del 2022, si è registrato, infatti, una diminuzione congiunturale della spesa pari allo 0,9%. Cresciuti gli acquisti di beni durevoli del 2,7% e di quelli semidurevoli del 2.4%. Subiscono, invece, un calo i beni non durevoli – scesi dell’1% – e dei servizi del 2%.
Nel mese di maggio 2022, inoltre, l’inflazione torna a salire, dopo un breve rallentamento, registrato nel mese precedente. I prezzi a consumo, secondo quanto riferisce l’ISTAT, hanno avuto un aumento dello 0,9% mensilmnete e del 6,9% su base annua.
Si è registrato un aumento del PIL dello +0,1% nel primo trimestre dell’anno, rispetto al trimestre precedente e – paragonato al primo trimestre del 2021 – c’è stato un incremento del +6,2%. Questi dati sono stati forniti dall’ISTAT. L’istituto, inoltre, fa sapere che a crescita congiunturale del prodotto interno lordo – comunicata il 29 aprile scorso è stata del -0,2%, mentre quella tendenziale era attestata, invece, al +5,8%.
Per quanto concerne la revisione congiunturale di 0,3 punti percentuali, seppur importante, “non rappresenta una eccezione assoluta in questo periodo ancora influenzato dalla pandemia, visto che nel primo trimestre del 2021 la revisione al rialzo era stata di 0,5 punti”, afferma l’Istituto Nazionale di Statistica.
A causa del periodo pandemico, come sottolinea l’Istat, c’è stata una ripresa, principalmente, per quanto riguarda la domanda interna, facendo notare che “l’apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo sia quello delle amministrazioni pubbliche, sia quello della variazione delle scorte” e, nel contempo, ha rivelato che si sono verificati più un lieve aumento dei redditi pro capite e “stazionarietà delle posizioni lavorative“.
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