Dopo l’apparizione del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un talk show su Rete4 di Berlusconi, la commissione dei servizi segreti del Parlamento a Roma, si occupa della diffusione, non filtrata, della propaganda russa sulla televisione privata italiana e sulla RAI.
Dopo Lavrov su Rete 4, anche la Rai nell’occhio del mirino
Nel programma Zona Bianca del 1 maggio, Lavrov ha ribadito senza contestazioni, che Mosca è stata giustificazione a decidere di invadere l’Ucraina. Era l’unica scelta possibile. Ha tenuto una conferenza (perché non c’era un contraddittorio), sul fatto che l’Ucraina deve essere “denazificata”.
Lavrov ha respinto l’affermazione del giornalista, che gli diceva che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky fosse lui stesso un ebreo, e quindi non sarebbe stato in grado di guidare un governo nazista: “Potrei sbagliarmi. Ma anche Adolf Hitler aveva sangue ebreo. Questo non significa niente. Il saggio popolo ebraico dice che gli antisemiti più ferventi sono di solito ebrei”.
Oltre a Lavrov, dall’inizio della guerra, il 24 febbraio, un numero impressionante di giornalisti ed esperti, vicini al Cremlino, si sono pronunciati nei circa venti talk show settimanali, delle diverse televisioni italiane. Diversi canali hanno invitato la giornalista russa Nadana Friedrichson.
Lavora per il canale “Zvezda”, gestito dal Ministero della Difesa di Mosca. L’obiettivo dell ‘”operazione speciale russa” in Ucraina è porre fine alla guerra “iniziata dal regime appoggiato dagli Stati Uniti a Kiev”, ha detto Friedrichson. Anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Marija Zakharova, è invitata in questi programmi.
Come Lavrov nella sua memorabile esibizione, la Zaharova descrive ripetutamente il massacro di Bucha vicino a Kiev come una notizia falsa. Come il ministro degli Esteri Lavrov, Vladimir Solovyov, conduttore televisivo e stretto confidente di Vladimir Putin, è nella lista delle sanzioni Ue, ma spesso può esprimersi liberamente alla televisione italiana.
La Commissone Servizi Segreti indaga sulla ‘disinformazione pianificata’
Solovyov non può muoversi liberamente in Italia dal 24 febbraio, soprattutto a Como, dove possiede due ville con vista lago. In una delle sue ultime trasmissioni sull’emittente statale russa “Rossiya 1”, Solovyov ei suoi ospiti hanno parlato del possibile uso di armi nucleari contro la NATO.
“Forse è ora di farla scoppiare?” Chiese Solovyov a uno dei suoi “esperti militari” invitati. Lui ha risposto: “Sì, è così!”. Ma i “Putiniani” locali, le controparti degli apologeti di Putin in Germania, sono ampiamente diffusi anche dalla televisione italiana. Molto spesso appare in tv, almeno fino a poco tempo fa, Alessandro Orsini, sociologo ed esperto di terrorismo presso l’Università LUISS di Roma.
Con regolari apparizioni su RAI 3, Orsini proclamava Putin vincitore della guerra e, invitava gli ucraini alla capitolazione – per il bene della pace nel mondo. Perché Orsini con le sue tesi nel programma “Carta Bianca” di Bianca Berlinguer, figlia dello storico Segretario Generale del Partito Comunista d’Italia, Enrico Berlinguer, ha sempre destato enorme scalpore nell’opinone pubblica.
Giovedì Carlo Fuortes, direttore generale della Rai, è stato interrogato dallla Commissione Servizi Segreti sul perché le persone che, o sono pagate direttamente dal Cremlino o che ne diffondono la propaganda, ottengono così tanto spazio nei talk show dei vari Canali RAI.
La commissione parlamentare vuole scoprire se si tratta ancora di giornalismo o se si tratta di “una campagna di disinformazione pianificata da funzionari del governo russo“.