Una manifestazione a Roma della coalizione di centro destra guidata da Meloni, insieme a Berlusconi e Salvini, riflette la piena armonia tra i partecipanti.
Vedremo come governano se, come sembra, vinceranno le elezioni. Vedremo che tipo di presidente del Consiglio dei ministri sarà Giorgia Meloni, totem dell’estrema destra e orgogliosa di esserlo, se, a quanto pare, il suo partito, Fratelli d’Italia, è il più votato. Ma il suo elettorato, a giudicare dal pubblico accorso nella piazza romana del Popolo, è quello di sempre.
Non è stato un raduno di quelli che si riempiono di autobus e panini gratis. Riassumendo: si potrebbe assistere alla grande cerimonia conclusiva della campagna dall’elegante terrazza del caffè Canova, sei euro per un caffè, in compagnia di signore che esibiscono le ultime novità in chirurgia facciale e turisti all’oscuro.
Piazza del Popolo è stata anche il luogo prescelto (il giorno dopo, oggi) per la chiusura della campagna del Pd, bestia nera di destra, cioè non è stata un’elezione ideologica. Il posto è semplicemente bellissimo e sembra fantastico sullo schermo. Ecco di cosa si tratta, lo schermo del telefono, la viralizzazione di frasi e immagini. Non folle, perché non ce n’erano e non servivano.
C’era così tanto spazio libero nella piazza che i turisti, a volte in grandi colonne, potevano attraversarla da una parte all’altra per accedere alla metropolitana o alla stazione dei taxi. Un giornalista, cercando e cercando, è riuscito a trovare due fascisti. Loro – uno più basso, rasato, con una ciocca di capelli in stile Tintin, l’altro alto, squadrato e barbuto – preferivano non pronunciare i loro nomi.
Chi ha chiesto loro ha preferito non insistere. “Tifosi” dal Lazio, tatuati con teschi e simili, vestiti con giacche blu decorate con lo stemma italiano, hanno detto che era “tempo di rimettere in sesto il Paese”. E chi ne è capace secondo loro è Giorgia Meloni. Meloni, vera protagonista della cosa, ha portato la giovinezza nella Nazione, in divisa con magliette azzurre su cui è riportata una frase di Gabriele d’Annunzio, vate e profeta protofascista, eroe della Grande Guerra, aviatore e padre della patria: “Ricordati di osare, anche controvento.
D’Annunzio ha sempre osato. Anche quando, una volta, è caduto da una finestra e si è rotto la testa. I suoi fedeli lo chiamavano “il volo dell’Arcangelo”. Ora la fedeltà si rivolge a Meloni. Due signore di mezza età (e operate al labbro medio) che hanno sventolato i gagliardetti di Forza Italia e hanno affermato di aver votato per Berlusconi “da quando è entrato in politica per salvare l’Italia”, hanno ammesso che “quella ragazza” gli piaceva, Meloni. “Ma torneremo a votare Silvio, non possiamo abbandonarlo adesso, poverino”.
Quel termine, “poveretto”, avrebbe ferito Il Cavaliere, che cerca di mantenere il genio e, per quanto possibile e con tanto di vernice sopra, la figura. Tuttavia, si adatta alla realtà. L’uomo è vecchio e fragile. E, per di più, lo hanno messo come atto di apertura, anche alla luce del giorno, con persone fredde e che chiacchierano in piccoli gruppi.
Ha ricevuto tanti applausi, o meno, come Maurizio Lupi, quell’uomo che probabilmente non conosci e che, alla testa di Noi Moderati (come si chiama il suo partito), rappresenta la quasi sconosciuta quarta gamba del centrodestra coalizione. Lupi e Berlusconi diventerebbero il centro; Salvini e Meloni, la destra che per poco non è andata fuori inquadratura.
Alessandro, un signore sulla cinquantina e molto ben vestito (residente in zona, cioè benestante) dice che “i tre candidati” (povero Lupi, il quarto) gli sembrano a posto, sebbene Meloni stia meglio, Certo. E che la prima misura del futuro governo di destra dovrebbe essere quella di abbassare drasticamente le bollette di gas ed elettricità. E come si fa? “Molto facile, tutti sanno che i prezzi sono aumentati a causa della Borsa di Amsterdam; gli speculatori si mettono in fila e basta”.
Ah, quanto sono belle le soluzioni semplici. L’armonia nella coalizione di destra è palpabile nel pubblico. Quando Salvini, leader della Lega, arriva in piazza e cammina in mezzo alla folla per arrivare in fondo al palco, un’ora prima dell’inizio del comizio, molti con le bandiere di Fratelli d’Italia si sono avvicinati a lui per farsi dei selfie e abbracciarlo.
Salvini, sotto processo per la chiusura dei porti italiani agli immigrati disperati, è il tipo di ministro dell’Interno che piace a gran parte della società italiana. Quella parte che in piazza del Popolo si sente sicura della vittoria. “Siamo la maggioranza, la stragrande maggioranza, non vedete?” chiede una coppia sui vent’anni. No, a Piazza del Popolo non si è visto. Molte più persone avrebbero potuto adattarsi alla piazza. Ma si è presentato. “Abbiamo già vinto”, ha detto Alessandro, l’uomo che ha voluto “mettersi in linea” con la Borsa di Amsterdam.
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