Quando si parla di cibo gli italiani a tavola scelgono sempre le ricette classiche di una tradizione ricca di storia e piena di gusto: le ricette della nonna! Il 76% degli intervistati, in una recente indagine Doxa/Unaitalia, afferma infatti di preferire la cucina tradizionale, quella della nonna, a piatti ricercati, lunghe preparazioni, sapori esotici o standardizzati come quelli dei fast food. Al bando la cucina iper-raffinata, i gourmet di tendenza, i piatti etnici o derive vegetariane o vegane. Il menù perfetto per gli italiani è composto da pasta all’uovo, meglio lasagne, e pollo al forno con le immancabili patate arrosto a fare da contorno.
Le ricette più amate dagli italiani? Tra i primi piatti è la lasagna a farla da padrone, considerata da un italiano su due (il 50%) il primo piatto preferito dopo la pasta all’uovo (24%), il risotto (20%), le minestre e le zuppe (6%). Tra i secondi piatti svetta l’immortale pollo arrosto con le patate, considerato dal 36% degli italiani il piatto della nonna per eccellenza insieme ad altri piatti tipici della tradizione come l’arrosto di vitello (20%), le polpette (18%), il pesce al cartoccio (16%) e il coniglio alla cacciatora (10%). È quanto emerge dall’indagine “Le ricette della tradizione” effettuata su un campione rappresentativo di 1000 italiani.
“Assistiamo ad un ritorno alla cucina della tradizione, a quella dei sapori di una volta – spiega l’antropologo alimentare e food writer Sergio Grasso – lo confermano anche le ricette preferite per il pranzo della domenica: la lasagna e il pollo rappresentano senza dubbio il paradigma della cucina della nonna, declinato in tutte le regioni. Il pollo in particolare si mangia in tutta Italia, ogni regione con le sue peculiarità, dal pollo con i peperoni a Roma al pollo fritto al nord”.
Altro dato rilevante è che il 67% degli intervistati ritiene che il pranzo ideale della domenica si trascorre a casa, dalla nonna, con tutta la famiglia. Insomma, la domenica dai nonni è l’icona del pranzo dei giorni di festa, soprattutto tra i più giovani: sono infatti il 44% dei giovani millennials tra i 18 e i 24 anni a guardare più di tutti, e con affetto, alle riunioni domenicali. “I più giovani non snobbano i nonni – continua Grasso – lo hanno fatto le generazioni precedenti, quelle del boom economico, mentre quelli di oggi forse sono un po’ spaesati, ma sicuramente più riflessivi e dai nonni ci vanno volentieri”.
Soprattutto perché per i millennials la nonna è anche la maestra di cucina ed è a lei che si affidano per apprendere i segreti ai fornelli. E se gli italiani non si limitano e osano sperimentare, provare, assaggiare, esplorare, quando si tratta di sedersi a tavola hanno le idee ben chiare e tornano alla tradizione familiare. Se infatti il 21% degli italiani rivela di aver imparato a cucinare dalla nonna, la percentuale quasi raddoppia (37%) tra i ragazzi tra i 18 e i 24 anni. “Oggi è in atto un ritorno alla cucina della nonna perché siamo stanchi di quel fenomeno che io chiamo ‘pornografia gastronomica’, quell’eccesso di cibo proposto in ogni ambito e situazione. Ma prima di essere un bene di consumo mediatico e di costume, il cibo è innanzitutto condivisione, serenità e tradizione: in questo la figura dei nonni, con la loro cucina antica e rassicurante, rappresenta ancora un elemento identificativo importante a cui fare riferimento” – spiega Grasso.
All’estero, sull’onda del successo delle ricette tradizionali in tanti stanno riscoprendo la sapienza delle nonne e le loro abilità in cucina. In Francia diventano chef a domicilio per portare in ogni casa la cucina di una volta. Invece a New York un imprenditore italo-americano ha avuto un’idea semplice, quanto geniale: servire nel suo locale piatti cucinati da nonne di tutto il mondo, per ritrovare quei sapori irripetibili, quella sapienza nelle preparazioni che solo le depositarie della gastronomia tradizionale riescono a trasmettere nei loro piatti.
In collaborazione con AdnKronos
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