“La Farnesina conferma che i due tecnici italiani della società Conicos, Danilo Calonego e Bruno Cacace, e il cittadino canadese Frank Poccia, sono stati liberati questa notte nel sud della Libia e hanno fatto rientro in Italia nelle prime ore di questa mattina con un volo dedicato. La vicenda si è conclusa grazie alla efficace collaborazione delle autorità locali libiche. Calonego, Cacace e Poccia erano stati sequestrati a Ghat il 19 settembre scorso nei pressi del cantiere dove lavoravano da un gruppo armato che aveva bloccato la vettura sulla quale viaggiavano”. Lo rende noto un comunicato.
I nostri connazionali sequestrati nel sud-est della Libia lo scorso 20 settembre saranno ascoltati in mattinata. Danilo Calonego e Bruno Cacace, assieme al loro collega canadese Frank Poccia, presso una caserma del Ros, racconteranno alla procura di Roma le ore del rapimento e della prigionia libica. A quanto si apprende, i due hanno riferito, al loro arrivo in Italia, di essere in buona salute e di non aver subito violenze durante i mesi di prigionia.
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Sul cittadino canadese Frank Poccia, il ministro degli Esteri di Ottawa Michael O’Shaughnessy ha seguito personalmente il caso, rimanendo sempre in contatto con i diplomatici italiani a Roma e in Canada. Lo scorso mese il sito web Middle East Eye, citando fonti della sicurezza algerina, aveva parlato di un riscatto di 4 milioni di euro per il rilascio dei prigionieri, che sarebbero stati detenuti in Algeria. La zona dove sono stati rapiti – tra Ghat e Taharat, due oasi nel Fezzan – è nota per essere presidiata dagli uomini di al-Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqim), in particolare dagli uomini di Mokhtar Belmokhtar.
“Finalmente è un buon giorno. So che mio fratello è libero e sono felice. Non l’ho ancora sentito. Aspettiamo tutti il suo ritorno”: Daniela Calonego, sorella di Danilo Calonego, racconta di essere stata avvertita dalla Farnesina della conclusione positiva della vicenda. “Sono contenta, veramente contenta. È da quel 19 settembre che non avevamo più notizie di Danilo”.
È invece il sindaco di Borgo San Dalmazzo Gian Paolo Beretta a commentare la liberazione di Bruno Cacace: “Una bella notizia che ci rallegra, dopo una lunga sofferenza siamo finalmente felici”. “Conosco bene Bruno Cacace e la sua famiglia – prosegue il sindaco – in questi mesi siamo stati tutti in apprensione anche perché la Farnesina ha mantenuto il massimo riserbo per favorire le procedure di liberazione e dunque nessuno di noi era informato su quanto stava accadendo”. “La vicenda di Bruno Cacace – prosegue il primo cittadino – ci ha toccati da vicino, anche perché in una cittadina come la nostra, di 13mila abitanti, ci conosciamo tutti. In queste settimane abbiamo cercato di sostenere moralmente la famiglia, e nessuno di noi ha mai perso le speranze. Finalmente oggi è finito un incubo”. “Ora non ci resta che attenderlo – conclude il sindaco – e organizzare per quando tornerà, non sappiamo ancora se oggi o domani, una bella festa di bentornato”.