Matteo Renzi va dritto per la sua strada. Dopo il lungo intervento alla scuola di formazione politica, il premier parla a Radio Radicale nella veste di segretario del PD e chiarisce la linea del partito sulle modifiche all’Italicum, votate dal Parlamento. “Per me l’Italicum è una ottima legge ma se tutti pensano di riaprire il tema, il PD è pronto non a presentare un’altra proposta sennò fai come il carciofo, con gli altri che dicono solo no. Ma siamo disponibili veramente ad andare a vedere le carte e a confrontarci“, conferma, ribadendo la maggior importanza della riforma costituzionale e del voto al referendum del 4 dicembre. “Io non faccio una nuova legge, non decido io, è una scelta del Parlamento, ma la legge elettorale è meno importante della riforma e se serve cambiarla si cambia“, conferma.
Che sia il referendum costituzionale la chiave di tutto è ormai chiaro a tutti. Da qui la sua scelta di scendere in campo in prima persona per la campagna per il sì: Renzi si gioca tutto e non solo come Presidente del Consiglio. L’ultimo sondaggio firmato dal Corriere della Sera dà il no in vantaggio al 52 percento ma con quasi la metà dei votanti ancora indecisa ed è lì che Renzi vuole andare a colpire.
“Che ci sia il 50 percento che ancora non ha deciso è pazzesco. È evidente che la partita è aperta”, chiarisce. “I cittadini non stanno dalla mattina alla sera a pensare alla consultazione. Nel momento in cui si arriverà alla decisione finale crescerà l’attenzione“, assicura parlando dei tempi della campagna elettorale. “Non sto negando che qualcuno possa votare contro di me – aggiunge – ma questo referendum non ricapita tutti i giorni e riguarda il futuro dei nostri figli. Negli ultimi due mesi ci giochiamo i prossimi 20 anni.Tuttavia ho trovato anche dei comitati anti-Renzi per il Sì. Sono i più simpatici“.
Si torna allo scontro in tv con Gustavo Zagrebelsky per cui ribadisce il “totale rispetto” ma anche l’assoluta contrarietà e ritorna sui punti chiave del dibattito. “Con questa riforma non c’è un potere in più al presidente del Consiglio. Nell’articolo 83 ci sono più garanzie per il presidente della Repubblica e non meno. Abbiamo alzato il quorum per l’elezione del Presidente della Repubblica“, elenca. “Ci sono persone che hanno tre vitalizi. Io vorrei chiedere a questi di rinunciare, nel momento in cui io sto facendo fatica a trovare i fondi per le pensioni minime“.
Le domande degli ascoltatori vertono anche su uno degli argomenti più caldi della scorsa settimana, il ponte sullo Stretto. “Non è una priorità, l’ho sempre detto. Prima per me vengono la banda larga, l’edilizia scolastica, la Salerno – Reggio Calabria, le ferrovie in Sicilia e Casa Italia. Dopo di che, il dire di no perché l’ha detto Berlusconi mi fa scappare un sorriso“, conclude.
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