La Iuc 2014, con il suo calcolo online, le scadenze e le aliquote, ha messo in confusione molti italiani. Si tratta dell’imposta unica comunale, che in realtà è composta da tre tasse: Imu, Tari e Tasi. E’ stata introdotta dalla legge di stabilità 2014 e intende inglobare dei tributi che sono dovuti dai contribuenti al Comune per ciò che riguarda la casa e la produzione di rifiuti. Dapprima era stata chiamata Trise. Poi, dopo l’approvazione in Senato, ha assunto la denominazione attuale di Iuc. L’imposta è composta dall’Imu, che riguarda il possesso di immobili (escluse le prime case), dalla Tari sulla produzione dei rifiuti e dalla Tasi, che va a coprire alcuni servizi comunali, come, ad esempio, anche l’illuminazione.
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La Iuc può essere definita come una service tax, che va pagata sia da chi possiede un immobile sia da chi decide di darlo in locazione ed è applicabile, quindi, sia ai proprietari che agli inquilini. Teniamo presente che, in particolare per l’Imu, ci saranno alcuni Comuni italiani che, per l’innalzamento dell’aliquota oltre la quota standard, chiedono ai cittadini di versare un tributo extra.
Il calcolo online
Per il calcolo online della Iuc sono stati predisposti in rete degli appositi calcolatori, che consentono di sapere, in maniera automatica, quanto dobbiamo pagare. Il tutto in effetti, se non utilizzassimo questi strumenti, si rivelerebbe piuttosto complesso. Proprio per questo è logico che ci dobbiamo affidare a dei calcolatori appositamente elaborati. Non dobbiamo fare altro che aggiungere i dati che ci vengono richiesti sulle tasse e inserirli negli appositi campi. Alla fine avremo il risultato desiderato. Ecco un esempio di calcolatore online per la Iuc.
Le scadenze
Per quanto riguarda le scadenze della Iuc, teniamo presenti i seguenti riferimenti: l’Imu si paga entro il 16 giugno ed entro il 16 dicembre. Per la Tari e la Tasi sono previste almeno due rate a scadenza semestrale. Ogni Comune ha stabilito dei termini differenti.
Le aliquote
Per sapere a quanto ammontano le aliquote della Iuc, bisogna conoscere quelle relative all’Imu e alla Tasi. Per quanto riguarda l’Imu, è stato stabilito che per le seconde case, se non ci sono delibere ufficiali, si deve versare il 50% dell’aliquota base dell’1 per mille. A questo valore si deve sottrarre una quota del 10% all’anno, che va a carico dell’inquilino. L’aliquota per le prime case può salire fino al 3,3 per mille, mentre per le seconde case e per gli altri fabbricati può arrivare all’11,4 per mille. Resta poi da vedere se il proprio Comune di residenza decida di applicare la maggiorazione. Per pagare la Tasi, si deve vedere il valore indicato nell’atto di compravendita, per conoscere la rendita catastale. Quest’ultima deve essere rivalutata del 5% e poi il risultato va moltiplicato per il coefficiente dell’immobile, che, ad esempio, per le abitazioni è 160. In questo modo ricaviamo il valore catastale e calcoliamo l’imposta applicando l’aliquota deliberata dal Comune. Chi volesse trovare velocemente le delibere sulle aliquote per Imu, Tari e Tasi può consultare l’apposito sito del Ministero.
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