Lo ius soli arriva in Senato per quella che potrebbe essere la volta decisiva per il ddl sulla cittadinanza italiani agli stranieri e scoppia il caos tra i banchi di Palazzo Madama. Le proteste partono dai banchi della Lega Nord che chiedeva il rinvio in commissione: tra urla e spintoni, il presidente Grasso espelle per qualche minuto il senatore del Carroccio Sergio Volpi per un “vaffa” rivolto alla presidenza, il collega Marco Centinaio si aggrappa ai banchi del governo e occorrono sette persone, dirà poi, per staccarlo e la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli finisce in infermeria dopo una spinta di troppo. Il tutto mentre fuori continua la protesta dell’estrema destra con il sit-in di Forza Nuova, preceduto in mattinata da quello di CasaPound e dagli scontri con la polizia.
Niente di grave per la ministra Fedeli, raggiunta al telefono da Matteo Renzi. “Sto bene, grazie a tutti“, ha twittato poco dopo la stessa Fedeli dal suo profilo.
Il provvedimento sullo ius soli è fermo da quasi due anni dopo la prima approvazione della Camera il 13 ottobre 2015, lasciando nel limbo oltre 800mila persone, coloro cioè che potrebbero diventare cittadini italiani grazie alla nuova legge.
La protesta di Forza Nuova davanti al Senato
L’opposizione al provvedimento è stata molto dura al primo voto e non accenna a diminuire: sono circa 80mila gli emendamenti presentati dalla Lega Nord allo scopo di bloccarlo in Aula ed è per questo che il governo Gentiloni sta valutando di porre la fiducia, in modo da accelerare i tempi. Al secco no della Lega e dei partiti di centrodestra si è poi unito quello del Movimento 5 Stelle: dal blog di Grillo è arrivata la conferma che il M5S non voterà lo ius soli astenendosi dal voto in Aula.
Il ddl introduce nel nostro paese due modalità per ottenere la cittadinanza, lo ius soli temperato e lo ius culturae, che si vanno ad aggiungere allo ius sanguinis, ossia alla cittadinanza ottenuta per nascita se uno dei due genitori è italiano. Le differenze tra l’Italia e gli altri paesi sono piuttosto marcate: diventare cittadini italiani è molto difficile se non si nasce da genitori italiani, come dimostrano le tante storie delle cosiddette “seconde generazioni”, bambini e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri o che qui sono sempre vissuti che, pur sentendosi italiani, non lo sono.
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Alla vigilia del voto non sono mancanti momenti di alta tensione. Nel corso della mattinata c’è stato un sit-in di protesta organizzato dalle formazioni di estrema destra CasaPound e Forza Nuova davanti al Senato, con scontri con la Polizia, intervenuta a fermare il tentativo di forzare lo sbarramento per raggiungere il Senato. Francesco Storace, leader di Movimento Nazionale, ha annunciato di essere “pronti anche all’iniziativa referendaria se il Parlamento dovesse approvare questa scelleratezza”.
La protesta di CasaPound davanti al Senato
Lo scontro politico è stato molto duro fin dalla presentazione del ddl a opera dell’ex governo Renzi. L’introduzione dello ius soli temperato (la possibilità di ottenere la cittadinanza per i figli di genitori stranieri nati su suolo italiano se almeno uno dei genitori ha il permesso di soggiorno UE di lungo periodo) e dello ius culturae (per i minori di 12 anni arrivati su suolo italiano se hanno frequentato un ciclo scolastico per almeno 5 anni) darebbe la cittadinanza a 800mila persone, tra i 643mila nati in Italia da genitori stranieri e i 166mila studenti nati all’estero ma che hanno studiato e vissuto qui.
La maggioranza dovrebbe avere i voti anche per superare l’ostruzionismo della Lega. Per il sì si sono schierati il PD, AP, MdP, Autonomia, SEL e parte del Gruppo Misto, mentre il M5S conferma l’astensionismo, come già avvenuto alla Camera.
“Quello che ci propinano è un pastrocchio all’italiana che vuol dare un contentino politico a chi ancora si nutre di ideologie. Concedere la cittadinanza italiana significa concedere la cittadinanza europea, quindi un tema così delicato deve essere preceduto da una discussione ed una concertazione con gli stati dell’Unione Europea, per avere regole uniformi. Per questi motivi il MoVimento 5 Stelle, coerentemente con quanto già fatto alla Camera, sul tema dello Ius Soli esprimerà voto di astensione“, si legge nel post sul blog di Grillo.
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