Il connubio tra Diabolik e la Jaguar E-Type è indissolubile quasi quanto quello tra lui ed Eva Kant. Una tra le più belle auto sportive di tutti i tempi insieme ad uno dei più importanti fumetti italiani in assoluto. Ripercorriamone le tracce.
Siamo nel 1962. Angela e Luciana Giussani danno vita ad un fumetto di genere “giallo”. Un albo tascabile che narra le imprese di Diabolik, un misterioso supercriminale inafferrabile. Ruba soprattutto gioielli e denaro; le sue vittime sono quasi sempre ricconi della società “bene”, di un’aristocrazia e borghesia dai tratti parassitari e di una moralità spesso non migliore di quella del ladro che li colpisce.
Diabolik è un uomo geniale, spietato e audace. Freddo come il ghiaccio, rapido nel trovare soluzioni anche alle situazioni più disperate e implacabile nell’esecuzione dei suoi piani. Per ottenere i suoi scopi non esita a uccidere, sequestrare, rapinare e ricattare. Ma possiede un suo particolare senso dell’onore.
Diabolik è inafferrabile perché ha un incredibile abilità nel progettare e costruire congegni e trucchi di ogni tipo, che gli permettono di penetrare nei luoghi più protetti e di seminare tutti gli inseguitori. Soprattutto, ha inventato un procedimento chimico col quale realizza maschere che consentono a lui e alla sua compagna e complice Eva Kant d’impersonare chiunque. Il suo avversario più pericoloso, il suo più implacabile nemico è l’ispettore Ginko, poliziotto integerrimo ed estremamente brillante. Egli spesso riesce a comprendere e anche ad intercettare i piani di Diabolik. Ma quest’ultimo riesce sempre a farla franca.
Diabolik se la cava sempre, però quasi in ogni episodio viene trovato e inseguito dalla polizia. La sua auto preferita è una Jaguar E-Type del 1962. Nera come una pantera (che è poi l’animale da cui il personaggio prende il nome), coupé, bellissima e potentissima per quei tempi.
Diabolik ne usa, distrugge e ricompra un numero incalcolabile. Il lato curioso è egli la usa ancora oggi. Le storie di questo fumetto si svolgono sempre nel mondo contemporaneo. Quindi se negli anni ’60 nell’immaginaria Clerville una E-Type poteva anche apparire normale, al giorno d’oggi appare quanto meno singolare che possa passare inosservata, soprattutto data la professione del suo proprietario.
La Jaguar E-Type nel mondo reale esordì nel 1961 e venne prodotta fino al 1975 in circa 70.000 esemplari. Costava meno delle concorrenti, ma parliamo comunque di auto inarrivabili per la gente comune. Quindi costituì un eccellente risultato commerciale.
Il suo stile sinuoso e affascinante è opera di Malcolm Sayer. Il telaio era in monoscocca, il motore anteriore, da classica gran turismo. Il propulsore aveva 6 cilindri in linea, volume 3.8 litri (successivamente portati a 4.2). Potenza di 265 cavalli, velocità massima 265 Km/h, accelerazione 0-100 in circa 8 secondi. In altre parole, fantastica.
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