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Jane Fonda, stuprata quando era una bambina confessa di aver tratto forza da quella tragica violenza nel suo percorso di attivismo per i diritti delle donne. L’attrice di ‘A piedi nudi nel parco’ si rivela sorprendente come sempre e durante una recente intervista inserisce nel discorso, quasi con noncuranza, la pesantissima notizia degli abusi subiti durante l’infanzia. Non solo, come Jane anche la madre Frances Seymour Brokaw è stata vittima di stupro, in un periodo storico in cui le donne si sentivano ancora la causa principale delle molestie: ‘A lungo ho pensato che fosse colpa mia, magari non avevo detto no nella maniera giusta’.
JANE FONDA A CHE TEMPO CHE FA: STORIA DI UNA FEMMINNISTA
La rivelazione choc di Jane Fonda, stuprata quando era soltanto una bambina, è solo una piccola parte del difficile percorso dell’attrice verso l’auto-consapevolezza. Da anni la Fonda è una delle esponenti più note e influenti dell’attivismo per i diritti delle donne, ma nessuno poteva immaginare quanta sofferenza ci fosse dietro la sua corazza di guerriera. Jane è cresciuta durante gli anni ’50, quando parlare di femminismo portava ancora all’accusa di isteria, ma le molte batoste ricevute hanno quanto meno contribuito a portare l’attrice al punto massimo di sopportazione. Dopo le molestie, le angherie e il lincenziamento dal posto di lavoro per il rifiuto di andare a letto con il capo, la Fonda ha detto addio all’orribile malattia che affligge milioni di donne, la ‘malattia di piacere’.
Questa distorsione della realtà di cui soffrono in tante, quel bisogno inculcato fin dalla nascita per cui è necessario piacere a un uomo prima che a sé stesse, è la causa di tante mancate denunce di violenza, ancora oggi. La stessa Jane Fonda ha pensato per anni che lo stupro subito fosse colpa sua, perché non aveva detto o fatto la cosa giusta. Negli anni Jane si è resa conto di aver avuto accanto molti uomini significativi e splendidi, ma vittime anch’essi della propaganda patriarcale del periodo. Quando ha detto basta, la Fonda ha abbracciato il femminismo, come racconta durante l’intervista pubblicata su The Edit e condotta dall’attrice Brie Larsson, Premio Oscar per il film ‘The Room’, dove interpreta una donna vittima di abusi.
Durante gli anni della guerra in Vietnam, Jane Fonda pensò di abbandonare la carriera cinematografica per diventare attivista a tempo pieno, ma poi realizzò che attivismo e cinema possono essere alleati nella medesima lotta. Ecco che Jane divenne produttrice e attrice impegnata, convinta per altro che la sua battaglia per i diritti civili abbia addirittura migliorato le sue doti recitative.
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