Jay e Lauren, viaggiatori in bici uccisi dall’Isis in Tagikistan

uccisi in tajikistan

[didascalia fornitore=”foto”] via Instagram/simplycycling[/didascalia]

Jay Austin e Lauren Geoghegan amavano la vita e amavano scoprire le bellezze nascoste in ogni angolo del mondo, per questo lo giravano in lungo e in largo da oltre un anno, ininterrottamente, a bordo delle loro biciclette, due mountain bike super accessoriate. Fino a quando non hanno incontrato sul loro cammino i terroristi dell’Isis, che prima li hanno investiti con un’auto, poi li hanno finiti a colpi di coltello e trucidati con spari di fucile. La giovane coppia di fidanzati americani si trovava in Tagikistan e lì sono caduti vittima dell’agguato terroristico.

I due fidanzati erano inguaribili ottimisti, lui era convinto che la gente, tutta, fosse meravigliosa senza se e senza ma. Nel suo blog dove aggiornava i lettori sulle sue avventure vissute insieme alla fidanzata, scriveva: ”Il male è un concetto inventato per gestire le complessità dei valori umani, le credenze e le prospettive diverse dalle nostre”.

Come racconta Rukmini Callimachi sul New York Times, un anno fa Jay aveva lasciato il lavoro ben remunerato e insieme alla sua ragazza Lauren aveva progettato un viaggio lunghissimo e avventuroso in giro per il mondo: ”Sono stanco di passare le ore più belle della mia giornata davanti a un rettangolo luminoso e di colorare i migliori anni della mia vita con sfumature di grigio e di beige”, diceva.

Voleva vivere la vita vera, godere delle albe e dei tramonti, addormentarsi sotto le stelle, viaggiare e conoscere quanta più gente possibile. “C’è della magia là fuori, in questo grande e bellissimo mondo”, ripeteva lui che amava vivere l’avventura pura ”fuori dagli schemi”, cercando ”quello che mi mette in discussione per crescere”.

La coppia di americani aveva ragione ma non del tutto, la gente è sicuramente meravigliosa, ma non tutta la gente. Non lo sono i terroristi. E per mano dei terroristi dell’Isis sono stati uccisi brutalmente su una strada sterrata di Danghara, in Tagikistan, insieme ad altri cinque europei innocenti che amavano viaggiare e sognare un mondo migliore, fatto di accoglienza e generosità.

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