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Joe Biden sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato: “Non lo renderemo facile”

Nessuno sconto verrà fatto all’Ucraina, per entrare nella Nato. Lo ha detto ai cronisti il presidente americano Joe Biden. Una delegazione di sette leader africani intanto prova a mediare per la pace tra Ucraina e Russia.

Il presidente Usa Joe Biden – Nanopress.it

Joe Biden, intervenuto di recente sulla guerra in Ucraina, ha parlato di un possibile inserimento di Kiev nella Nato. Secondo l’inquilino della Casa Bianca però, l’Ucraina dovrà rispettare gli standard di tutti gli altri Paesi. Sulle armi nucleari in Bielorussia Biden parla di “atto irresponsabile”, mentre si augura di incontrare a breve il presidente cinese Xi Jinping. In queste ore una delegazione di leader africani sta effettuando degli incontri, tra Kiev e Mosca, per tentare di mediare tra i due Paesi. La prima missione di pace in 48 ore di incontri: da Kiev però arriva scetticismo. Il leader sudafricano Ramaphosa: “La guerra ci danneggia”.

Ucraina, Joe Biden: “Nato? Deve rispettare gli Standard”

L’Ucraina dovrà rispettare gli stessi standard delle altre nazioni per essere parte della Nato: lo ha detto il presidente americano ai reporter. Secondo Joe Biden dunque, l’Ucraina non avrà un iter agevolato per entrare a far parte dell’alleanza. “Non lo renderemo facile”, dice ancora Biden, il quale ha ricordato gli sforzi importanti che sono stati portati avanti per le coordinazioni militari con Kiev.

Dichiarazioni importanti, vista la riunione del mese prossimo tra i vertici nato in programma in Lituania. In ogni caso, i leader della Nato hanno promesso una sessione del Consiglio Nato-Ucraina insieme al presidente Volodymyr Zelensky a Vilnius, e in questo incontro si darà un posto al tavolo a Kiev per discutere sulle questioni di sicurezza. Lo ha detto nella giornata di ieri il segretario della Nato.

Stoltenberg ha fatto sapere che la Nato è intenzionata a stringere i legami politici con Kiev durante il prossimo vertice, ma non si parlerà in quel caso di adesione. Non vi sarà nemmeno un invito, per avvicinare il paese alla Nato: “Troveremo una soluzione e un consenso” ha detto infine il politico norvegese.

Ai cronisti Joe Biden, nella sua recente uscita, ha anche parlato delle armi nucleari poste dalla Russia in Bielorussia. Una mossa, dice il presidente Usa, “totalmente irresponsabile”. Biden ha inoltre posto l’accento sull’importanza di un incontro con il presiedete cinese, e dice di volere incontrare Xi Jinping nei prossimi mesi.

La missione di pace dei leader africani: Kiev e Mosca in 48 ore

In queste ore sta andando avanti la complessa missione di pace dei sette leader africani. I capi di governo nelle ultime 48 ore hanno incontrato Volodymyr Zelensky, per poi partire alla volta della Russia.

Kiev, leader africani in visita per la missione di pace – Nanopress.it

La delegazione è stata nella capitale ucraina il 16 giugno, per presentare il suo piano di pace, ma da Kiev arrivano le prime perplessità. Il consigliere dell’ufficio presidenziale ucraino ha comunicato che i leader erano interessati più che a una vera mediazione a far sospendere il mandato di arresto della Corte penale internazionale di Vladimir Putin. Una visita dunque che non avrebbe sortito effetti molto positivi, stando alle prime sensazioni, considerando anche il muro eretto da Zelensky. Il presidente infatti non intende fare marce indietro, e ha detto no alle contrattazioni. “Un punto che li preoccupa è quello del mandato di Putin, credo siano venuti per questo” ha detto Mykhailo Podolyak.

Dopo l’Ucraina i sette leader sono volati a San Pietroburgo, con l’obiettivo di discutere una risoluzione pacifica del conflitto che rallenta anche il superamento della crisi pandemica, secondo il leader sudafricano Ramaphosa che ha affermato: “La guerra ci danneggia”.

Della delegazione fanno parte il presidente del Sudafrica, come detto, Cyril Ramaphosa, Azali Assoumani, Comore, nonché leader di turno dell’Unione africana, Macky Sall, Senegal, Hakainde Hichilema, Zambia e il premier egiziano Mostafa Madbouly. Assoumani ha fatto sapere che l’ambizione, sfruttando il peso politico sempre crescente dell’Africa, è quella di mettere sul tavolo una road map in grado di fissare delle mappe per la fine della guerra. I dettagli però non sono ancora stati resi noti. Intanto gli incontri con Zelensky non hanno fornito grande aiuto, ma proprio per questa mancanza di dettagli anzi, un certo nervosismo.

E in effetti non è ben chiara nemmeno la posizione dei diversi paesi africani riguardante il conflitto. Si, perché vi è una grande spaccatura all’interno del Continente. Sudafrica e Senegal ad esempio erano rimasti neutrali, mentre Egitto e Zambia si erano detti a favore della condanna Onu dell’invasione russa in Ucraina. Insomma, spaccature che avevano alimentato ipotesi di una simpatia filo-russa dell’Unione africana. Il Sudafrica inoltre rimane lo stato più influente, ed è quello che risente maggiormente del riflesso di Mosca dal punto di vista dell’economia e dell’industrializzazione.

Inoltre la capitale Pretoria aveva ospitato esercitazioni militari con Cina e Russia, mandando su tutte le furie gli Usa. Dunque, la missione del 16 e del 17 giugno, che tenta di dare priorità a un accordo per la pace, assume controversie importanti. Ma la guerra è influente e come in Africa, in maniera negativa. Ad esempio il conflitto ha aperto una crisi di cibo per il Continente, con il blocco dell’import di grano.

Nel pomeriggio di oggi è stato Putin a incontrare la delegazione, e sul tavolo oltre ai negoziati infatti, è stato messo proprio il rinnovo degli accordi sulle importazioni dei cereali. Secondo quanto riportato in queste ore dall’Agenzia Nova, il presidente russo ha detto che l’auspicio è quello di identificare con l’Africa nuove forme di cooperazione. Putin ha fatto cenno ai preparativi per attivare vertici tra Russia e Africa, per “identificare aree promettenti”. Nessun cenno, dal vertice di San Pietroburgo, alle trattative di pace.

Antonio Meli

Classe 1993, laureato in comunicazione e lingue, e in giornalismo, tra Siena e Roma. Appassionato di cinema, musica, storia e spettacolo. Mi piace scrivere e criticare.

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