Jole Santelli, prima donna Presidente della Calabria, è morta nella sua abitazione di Cosenza nella notte tra mercoledì e giovedì. Aveva 51 anni. Le cause del decesso al momento non sono ancora chiare, ma dai primissimi riscontri si pensa a un arresto cardiocircolatorio. La governatrice, eletta per il centrodestra, era malata da tempo e recentemente aveva parlato della sua lotta contro un tumore.
Nelle ultime settimane si era impegnata in prima persona nella gestione dell’emergenza Coronavirus in Calabria. Nelle sue apparizioni pubbliche, non sembrava particolarmente affaticata. Anzi fonti vicine alla governatrice sostengono che Jole Santelli avesse lavorato, come sempre, sino a tarda ora per gestire la macchina organizzativa della Regione.
La notizia è stata confermata dal sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Secondo le prime indiscrezioni, la governatrice avrebbe avuto un malore. Ieri aveva avuto incontri politici a Cosenza.
La carriera politica
Jole Santelli, ex parlamentare di Forza Italia, è stata la prima donna a diventare governatrice della Regione Calabria. Laureata all’università La Sapienza di Roma, si era iscritta a Forza Italia nel 1994. La prima elezione alla Camera è avvenuta nel 2001. Successivamente, è stata sottosegretaria al ministero della Giustizia dal 2001 al 2006 e sottosegretaria al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali da maggio a dicembre 2013.
Jole Santelli e la malattia
In una intervista di gennaio a Il Fatto Quotidiano, la governatrice aveva parlato della sua malattia: “Non ho mai nascosto la mia malattia, qui tutti sanno, non voglio neanche però che essa mi perseguiti. Io sono in cura presso il reparto di oncologia di Paola. Sorpreso, vero? Da noi ci sono medici eccellenti. Le eccellenze in un mare di incompetenza, clientelismo, ignavia annegano come sassolini nello stagno. Lo so, tante cose non vanno. E io proverò a cambiare“.
“La malattia – aveva aggiunto Jole Santelli – ti dà tanti dolori ma ti fa un grande regalo: ti fa conoscere la libertà, ti aiuta a non avere paura di niente, a non rispettare più le convenienze. La malattia, oltre alla disgrazia, mi ha dato la fortuna di non avere paura della libertà, di essere libera e di sentirmi tale“.