Da pochi giorni è tornato on air Jovanotti con il video di Chiaro di Luna, nuovo singolo dall’album multiplatino Oh, Vita!, girato ad Asmara, in Eritrea. Fin qui tutto bene, se non fosse che l’uscita della clip ha provocato numerose polemiche, anche sui social, perché mostrerebbe un’immagine del paese africano totalmente disgiunta dalla realtà: allegra e colorita quando invece in Eritrea regnano miseria e corruzione.
Tra le critiche più accese al video Chiaro di Luna di Jovanotti quella del noto giornalista e inviato di guerra Domenico Quirico, che su La Stampa ha ricordato al cantante toscano che l’Eritrea non è un affatto il ‘paradiso’ che si vede nel suo video clip.
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‘Dal video di Jovanotti’, ha scritto Quirico, ‘Viene fuori un un’immagine distorta, parziale e quindi falsa dell’Eritrea, ovvero che in fondo sia un luogo affascinante dove la vita è allegra e senza problemi. Un posto da turisti. E andrà a ingrossare, in questa epoca pericolosamente superficiale, il numero di coloro che, a torto, sostengono che gli africani stanno benissimo a casa loro e non hanno alcuna ragione per venire a turbare la pace di chi sta, per sua fortuna, dall’altra parte del mare’.
La situazione, invece, è completamente diversa: ‘Vi dico io che cos’è veramente l’Eritrea: un posto da cui migliaia di giovani tentano in tutti i modi di scappare pur sapendo di diventare, come sappiamo bene, ‘viandanti senza diritti’. E uno dei paesi dell’Africa da cui arrivano molte delle denunce delle organizzazioni per i diritti umani. Non è un caso che il paese sia soprannominato la ‘Corea del Nord dell’Africa’.
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Qurico ha poi concluso il suo articolo chiedendosi come mai il governo eritreo abbia concesso ‘con acuto fiuto pubblicitario’ il visto d’ingresso a Jovanotti e il permesso di girare il video, mentre con i giornalisti che chiedono di entrare nel paese sia assai meno di manica larga?…
Come detto, l’articolo di Domenico Quirico ha scatenato una vivace polemica social, con gli utenti schierati pro o contro Jovanotti, fin quando è intervenuto lo stesso artista a motivare la sua scelta.
‘Le ragioni che mi hanno spinto a girare in Eritrea sono di natura artistica, ma tengono conto anche del contesto sociale: non ci sono andato con leggerezza o peggio ancora con intenzioni negazioniste. […] Se il mio video genererà un po’ di interesse verso quella terra, si aprirà un passaggio prezioso, quello legato alle emozioni, come accadde quando Paul Simon registrò Graceland nel Sudafrica dell’apartheid. Quell’album incuriosì e affascinò così tante persone che il Sudafrica si trovò al centro dei pensieri di molti, in tutto il mondo, anche e soprattutto di chi non era interessato direttamente alle grandi questioni politiche. Il mio caso è molto più piccolo e limitato, ma la lezione è sempre valida’.
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