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Non è entrato nell’elenco dei vincitori del Festival di Cannes 2016 ma poco male: le recensioni di Julieta, in particolar modo quelle della stampa internazionale, indicano che probabilmente Pedro Almodovar ha fatto di nuovo centro, confezionando un film ‘femminocentrico’ che sembra influenzato dallo stile di alcuni grandi maestri del passato (in realtà Julieta è ispirato a tre racconti della scrittrice Alice Munro) pur rispettando i classici cliché che hanno reso celebre il cinema di Almodovar, a cominciare dalla sua naturale capacità di raccontare i melodrammi come fossero dei noir. Il film Julieta esce in Italia giovedì 26 maggio 2016.
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Ovviamente favorevoli le recensioni di Julieta da parte della critica spagnola (anche se non manca qualche voce fuori dal coro). Per esempio Jordi Batlle Caminal del periodico La Vanguardia ha dato tre stelle al film, scrivendo molto efficacemente che Julieta si può paragonare ai grandi film sulle donne di George Cukor e Kenji Mizoguchi, con qualche accenno alle atmosfere di Alfred Hitchcock, mentre Alfonso Rivera di Cineuropa ha trovato anche influenze di Ingmar Bergman, Krzysztof Kieslowski e Douglas Sirk. Ma il più generoso di tutti è risultato Vicente Molina Fox di El Pais, secondo cui con Julieta Almodovar ha scritto la migliore sceneggiatura della sua carriera. Interessante, a nostro parere, anche il giudizio di Quim Casas de El Periodico de Catalunya: ‘Julieta è molto ‘almodovariano’ ma allo stesso tempo diverso dalle altre sue precedenti opere’.
Abbastanza generosa con Julieta anche la stampa non iberica. Tim Robey del Telegraph ha assegnato un punteggio di 4/5 alla pellicola, indicando come punti di forza del film le musiche del compositore Alberto Iglesias, l’interpretazione delle due protagonista Emma Suarez e Adriana Ugarte (che interpretano entrambe Julieta in due diversi momenti della sua vita) e la fotografia di Jean-Claude Larrieu. Positivamente colpito anche il critico del London Evening, che ha scritto che il film è ottimamente interpretato, brillantemente girato ed è, insomma, molto bello!
Per quanto riguarda invece le recensioni americane, se per Peter Debruge di Variety questo film è un gradito ritorno alla narrazione ‘femminocentrica’ che ha fatto in buona parte la fortuna del regista spagnolo, ma risulta lontano dai suoi standard più elevati, Steve Pond di The Wrap ha sentenziato che un Pedro Almodovar ‘dimesso’ è pur sempre in grado di regalare uno spettacolo di gran lunga più intrigante della maggior parte dei suoi colleghi, aggiungendo che Julieta è il degno tassello di uno schema in cui ‘decoroso non dovrebbe mai essere confuso con noioso’.
Julieta narra la storia dell’omonimo personaggio interpretato da Emma Suarez (e da Adriana Ugarte nella sua versione da giovane), una professoressa ultra-cinquantenne che decide di spiegare alla figlia Antia, scrivendole una lunga lettera, tutto ciò che aveva messo a tacere nel corso degli ultimi trent’anni, cioè dal momento cioè del suo concepimento. Al termine della scrittura Julieta non sa però dove inviare la sua ‘confessione’: sua figlia, infatti, l’ha abbandonata appena diciottenne, e negli ultimi dodici anni non ha dato più notizie di sé. La donna l’ha cercata con tutti i mezzi in suo potere, ma la ricerca ha confermato che Antia è ormai per lei una perfetta sconosciuta. Riuscirà a ritrovarla?
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