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C’è un documentario appena approdato nelle sale americane che sta facendo discutere animatamente l’opinione pubblica a stelle e strisce: Just Eat It, realizzato da un giovane regista canadese di nome Grant Baldwin, dimostra come sia possibile vivere mangiando scarti alimentari, puntando nemmeno troppo velatamente il dito contro la quantità di cibo che si spreca nel mondo. Basti pensare che nel solo Nord America il 40 per cento del prodotto alimentare viene gettato via, nonostante la crisi economica abbia frenato questi sprechi. Just Eat It mostra come sia possibile vivere, bene, nutrendosi di quanto negozi, produttori agricoli e industriali decidono ogni giorno di buttare.
Il documentario, presentato lo scorso aprile al festival Hot Docs di Toronto, resterà in programmazione per tutto il mese di ottobre nelle sale statunitensi, e sta già diventando un fenomeno di costume: le immagini mostrano l’esperimento condotto da Grant Baldwin e la produttrice Jen Rustemeyer, i quali hanno vissuto per sei mesi spendendo solo 200 dollari e mangiando avanzi e prodotti scartati. Il cibo che si butta nella società occidentale ha raggiunto livelli ragguardevoli, 50 miliardi di dollari soltanto in Nord America: ma dove va a finire tutto questo cibo? Non stiamo parlando infatti soltanto di ciò che buttiamo noi consumatori nella spazzatura, e il film mostra come la questione sia molto più vasta e complessa. ‘Lo spreco non è solo nei nostri frigoriferi, quando buttiamo qualcosa perché magari è scaduto. Quello più grave avviene a monte, dai produttori agricoli e industriali‘, sostiene infatti l’autore. Nel film infatti vediamo ad esempio come in Sud America le banane che non rispettino certi parametri estetici vengano buttate al macero, ma più in generale la frutta se non è esteticamente ‘accattivante’, non finirà nemmeno sui banconi ortofrutticoli.
La stessa cosa può accadere per mancanza di un’etichetta o per qualche altra formalità regolamentare: ‘Mi è capitato di trovare una spedizione di cioccolata dall’Inghilterra del valore di circa 12mila dollari buttata via perché mancava un’etichetta‘, afferma ancora Baldwin. Regista e produttrice si sono limitati a filmare sei mesi della loro vita in cui non hanno fatto altro che andare in giro per ristoranti, produttori alimentari e supermercati per raccogliere il cibo scartato, spendendo in totale appena 200 dollari: ‘Il motivo è che anche se volevamo pagare per quelle pietanze, molto spesso ce le regalavano, proprio perché per i produttori non hanno più alcun valore. Per questo abbiamo speso così poco‘. La questione alimentare nei suoi vari aspetti continua ad interessare fortemente il mondo del cinema, che funge da potente amplificatore gettando luce su dinamiche che altirmenti resterebbero sommerse: ricordiamo fra gli altri il folle Super Size Me sugli effetti di una dieta a base di solo junkie food sul corpo umano, e Fast Food Nation, che svelava i misteri dietro la filiera produttiva delle catene di fast food. Ma questo Just Eat It ci fa aprire gli occhi su una realtà che possiamo ancora cambiare: noi consumatori nel prestare una maggiore attenzione alle scadenze e alla quantità di cibo che compriamo, e i produttori nel cambiare queste inaccettabili distorsioni del sistema. Considerando le milioni di persone che muoiono di fame nella parte più povera del mondo, e la sovrappopolazione che sta portando la Terra a consumare più di quanto produce, tutto questo spreco appare non più tollerabile.
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