E ora chiamatela pure corsara (bianco)nera. O la Signora omicidi (in trasferta). Il sacco di Siviglia, infatti, significa terzo successo consecutivo in trasferta in questa Champions per la Juventus, che in Andalusia ha trovato pure il pass per gli ottavi di finale della competizione. Dopo gli scalpi di Dinamo Zagabria e Lione, è arrivato pure quello ai danni degli spagnoli, maestri nel campo (il Barbiere di Siviglia…).
Se poi andiamo indietro con la memoria, scopriamo che la squadra di Max Allegri – davanti ai suoi tifosi – fa invece molta fatica in Europa. Quest’anno due pareggi, con Siviglia e Lione, l’anno passato il 2-2 in casa con il Bayern Monaco negli ottavi di finale (dopo essere stata sotto 2-0). L’ultimo successo è del 25 novembre 2015, l’1-0 al Manchester City. I tifosi di Madama si aspettano di rivederla vincente nella prossima, in casa con la Dinamo Zagabria, per assicurarsi il primo posto.
Quella di Siviglia non è stata partita da lustrini e paillettes. Tutt’ altro. Una battaglia, dove i tocchi di fino erano vietati e le gomitate andavano per la maggiore. La Juve ha rischiato, andando subito sotto e non riuscendo a reagire nella prima mezz’ora. Per poi risorgere, aiutata anche da quello stesso clima da battaglia che il Siviglia aveva orchestrato. L’ex palermitano Vazquez si è fatto buttare fuori per un doppio giallo in pochi minuti, da dilettante. Bonucci è andato a conquistarsi il rigore, poi trasformato con qualche brivido da Claudio Marchisio, alla fine del primo tempo. Tanto è bastato per andarsene negli spogliatoi più felici.
Gli spagnoli si sono resi conto che la lotta alla fine li avrebbe sfavoriti: Mark Clattenburg non è arbitro che si fa condizionare da commediuole e sceneggiate (vedi Sampaoli, cacciato anche lui). Nel secondo tempo, hanno controllato una Juve che faceva rabbia per quanto non riuscisse a sfruttare l’uomo in più. Mandzukic era troppo solo, Pjanic non tirava fuori nulla del suo genio. Cuadrado e Alex Sandro erano più che altro gregari e non capitani. Qui ci ha messo del suo Allegri (qualcuno dirà che è stato fortunato): a 8′ dalla fine ha inserito baby Kean, che ha fatto la differenza nella sua ‘prima’ europea.
E’ andato a contendere palla ai difensori andalusi su un cross, cosa che a Mandzukic non era mai riuscita, la palla è schizzata fuori dall’area dove c’era Leo ‘Bonny’ Bonucci che, di sinistro, ha fatto barba e capelli a Rico. Un gol che ha ricordato quello del 3-2 alla Roma. Di importanza capitale. Poi la Juve ha avuto paura di vincere, il braccino del tennista. Il Siviglia ci ha messo orgoglio e cross. In contropiede, dopo averne mancati un paio, la Juve alla fine ha chiuso i conti proprio con Mandzukic. Il 3-1 è forse pure troppo largo, ma fa il paio con lo 0-0 dell’andata quando i bianconeri avrebbero meritato eccome il successo. Il Siviglia dovrà sudarsi la qualificazione a Lione. Troppa garra, amici spagnoli.
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