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Juventus-Roma: errori arbitrali e polemiche che hanno fatto la storia


Sabato sera si gioca Juventus-Roma, prima contro seconda. Partita che, in particolare dall’inizio degli anni ’80, non si è mai giocata serenamente. Errori arbitrali, polemiche montate ad arte, sudditanza psicologica e sviste hanno sempre preceduto e seguito il big-match: prima al Comunale, poi al Delle Alpi, ora allo Stadium. Tutto cominciò un pomeriggio del 10 maggio 1981…

Il gol di Turone

La Roma non è ‘Rometta’ e, con Dino Viola presidente, sta iniziando uno dei periodo più fulgidi e vincenti della sua storia. Arriva al Comunale di Torino per la terzultima giornata di serie A. La Juve di Giovanni Trapattoni precede di un punto i giallorossi di Nils Liedholm. E’ una partita da 0-0, una di quelle che il Trap sapeva interpretare benissimo. Nel secondo tempo, però, succede qualcosa: al 75′ Bruno Conti crossa, Roberto Pruzzo spizza di testa e il difensore Maurizio Ramon Turone segna, ancora con una capocciata. In un primo momento, l’arbitro Paolo Bergamo convalida, ma il guardalinee Sancini non corre verso il centrocampo. Resta con la bandierina alzata, gelando i tanti tifosi della Lupa. Bergamo annulla, finirà 0-0 e lo scudetto sarà della Vecchia Signora.

Un duello pieno di campioni, non c’è che dire: da una parte Zoff, Gentile, Scirea, Tardelli e Bettega; dall’altra parte il brasiliano Paulo Roberto Falcao, ma anche i già citati Conti e Pruzzo. E Turone. Che sarebbe diventato famoso più per questo gol – non gol che per tutto il resto della sua carriera. Di questo gol se ne parla ancora oggi, per i tifosi romanisti è il padre di tutti i favori arbitrali a favore della Juventus. ‘Er go’ de Turone’ è quasi una filastrocca nella capitale. A distanza di così tanti anni, in realtà, la certezza ci sarebbe, come da moviola: Turone era davvero in fuorigioco. Ma per il pubblico giallorosso, anche la moviola è manovrata dalla lunga mano della ricca squadra del Nord.

Aldair, i guanti e Ravanelli

Saltiamo al 15 gennaio 1995. Al Delle Alpi fa molto freddo, tanto che il brasiliano Aldair gioca con i guanti. Vince la Juve 3-0, ma le polemiche infuriamo perché, sullo 0-0, nel battere una rimessa laterale il difensore colpisce con la palla la testa del guardalinee Manfredini, che stava passando lì dietro proprio in quel momento; la sfera finisce a Fabrizio Ravanelli che supera con un pallonetto Cervone, dando il vantaggio ai bianconeri padroni di casa. Era il 31′ del primo tempo: a fine gara, Aldair dirà che il suo intento era di passare palla al suo portiere e che il colpo di testa del guardalinee si è rivelato decisivo per avviare il successo juventino. Carletto Mazzone è una furia. La Juve di Marcello Lippi, al primo anno sulla panchina della squadra piemontese, a fine anno sarà campione d’Italia.

Gautieri, niente rigore

Siamo all’8 febbraio del 1998, si gioca al Delle Alpi. La Juve vince 3-1, ma quando è avanti 2-1 l’arbitro Messina non fischia quello che a molti sembra rigore: un’entrata da dietro di Didier Deschamps su Carmine Gautieri. Che oggi, a distanza di così tanti anni, ricorda ancora così: “Il fallo di Deschamps fu netto. Ancora oggi non si sa come l’arbitro non abbia potuto dare rigore. Io credo sempre nella buona fede, ma in quella stagione disputammo un grandissimo campionato e ci fu tolto qualcosa”.

Per la cronaca, anche nel 1997/98 lo scudetto andrà a Madama, con Marcello Lippi in panchina. E, sempre per la cronaca, la stagione è diventata famosa per lo scontro Iuliano – Ronaldo in area di rigore nel big-match tra i bianconeri e l’Inter. La Roma terminerà al quarto posto in classifica, a -15 dal primo posto.

Dellas e Cannavaro

Trasferiamoci un secondo all’Olimpico di Roma per descrivere un’altra partita piena di polemiche, quella del 5 marzo 2005. Fabio Capello, l’ex, è fischiatissimo, così come Emerson e Zebina, passati dalle strisce giallorosse a quelle bianconere. Nel primo tempo, la Juventus passa con un gol segnato probabilmente in fuorigioco da Fabio Cannavaro. Antonio Cassano trova il pareggio, ma nel secondo tempo arriva il 2-1 ospite su rigore. L’arbitro Racalbuto fischia la massima punizione, i replay mostreranno il greco Dellas commettere sì fallo su Marcelo Zalayeta, ma probabilmente fuori aerea.

L’incredibile 3-2 del 2014-2015

Chiude degnamente questa mini rassegna il 3-2 della Juventus alla Roma nella stagione 2014-2015, allo Stadium, con Massimiliano Allegri e Rudi Garcia uno contro l’altro. L’arbitro Rocchi fischia ben tre rigori. Si comincia con le polemiche all’11’: Marchisio e Holebas giù in area, ma si gioca. Al 26′ una punizione di Pirlo incoccia sul braccio di Maicon, sulla linea dell’area di rigore: fischietti in bocca a 1-0 di Tevez. Rudi Garcia mima il violino e viene cacciato, parapiglia, la panchina capitolina rischia di venire alle mani con i tifosi seduti dietro. Sempre nel primo tempo, Lichtsteiner ferma Totti in area di rigore ed è penalty, che il capitano giallorosso trasforma.

Iturbe segnerà il 2-1. Ma in recupero Pjanic tocca Pogba al limite dell’area. Per Rocchi è ancora punizione dagli undici metri, Tevez fa doppietta. A 5′ dal fischio finale, sarà Leonardo Bonucci a firmare da lontano il 3-2. Vidal, secondo i romanisti, copriva la visuale del portiere ed era in fuorigioco, Rocchi convalidò. Morata e Manolas vennero successivamente espulsi. Nel dopo partita, da Roma arriveranno accuse pesanti: irregolari tutti e tre i gol juventini.

E Nakata?

Chiudiamo con una recriminazione della Juventus. Nel 2001, con la Roma in testa alla classifica, la Juventus sta vincendo 2-0 in casa nel disperato tentativo di risalire la classifica. La Roma pareggia 2-2, Nakata segna il gol del 2-1 e permette a Montella di segnare il definitivo 2-2. Ma il giapponese Nakata quella partita non avrebbe dovuto giocarla se non fosse che fu modificata la norma sugli extracomunitari appena due giorni prima della sfida di Torino. Quella Roma di Fabio Capello vincerà il terzo scudetto della sua storia.

Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli è stato collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e sport.

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