[didascalia fornitore=”Ansa”]Katia Follesa nel 2014 alla conferenza stampa di presentazione del programma di Rai 2 ‘Quanto Manca’.[/didascalia]
La 42enne attrice comica e presentatrice TV Katia Follesa ha una malattia al cuore: ha scoperto di essere cardiopatica nel 2006, improvvisamente, mentre era alla guida di un’auto e da allora segue scrupolosamente una terapia che non le ha impedito di avere una vita assolutamente normale (otto anni fa ha pure partorito una bambina, Agata, nata dalla relazione con il collega Angelo Pisani dei Pali e Dispari), ma che la sta mettendo davanti ad una scelta per quanto riguarda il suo futuro: rischiare o no una seconda gravidanza?
Katia Follesa, che in questo periodo sta conducendo su Real Time il talent per giovanissimi chef Junior Bake Off Italia, ne ha parlato in un’intervista al Corriere della Sera, precisando che le sue preoccupazioni non riguardano tanto se stessa quanto la salute dell’eventuale nascituro: ‘C’è il 50% di possibilità che i miei figli ereditino la mia stessa patologia: con Agata per fortuna non è successo, ma non so se ho voglia di rischiare di nuovo. Alla mia età sapere di poter mettere al mondo un figlio che può avere questi problemi mi fa propendere per il no’.
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Come dicevamo, la malattia di Katia Follesa è emersa senza preavviso più di 10 anni fa: ‘Ero sempre stata bene, non c’era mai stato un sintomo: un giorno stavo guidando quando improvvisamente mi si è appannata la vista e, non so come dire, non ho ‘sentito’ più il cuore. Sono andata subito in ospedale ma mi hanno detto che non avevo nulla. Facendo esami più approfonditi ho scoperto invece di avere una cardiomiopatia ipertrofica non ostruttiva congenita, la stessa patologia di mio padre (morto anni fa proprio per problemi al cuore, ndr)’.
Per tenere a bada la malattia Katia Follesa segue da allora una terapia a base di betabloccanti e probabilmente dovrà farlo per tutta la vita: ‘L’importanza della prevenzione è inestimabile, quando si tratta del cuore è bene non sottovalutare e fare sempre una visita all’anno, magari due, soprattutto se ci sono precedenti in famiglia come nel mio caso. Con la cardiomiopatia ipertrofica si può convivere benissimo, se mio padre si fosse fatto visitare per tempo forse oggi sarebbe ancora vivo’.
A questo proposito Katia Follesa è diventata testimonial di un progetto per prevenire le patologie cardiovascolari.