Una setta in Kenya prometteva che il digiuno portava alla visione di Gesù. Per questo motivo sono morte 90 persone.
Una storia terribile che nulla a che vedere con la fede. Una setta è riuscita a convincere i malcapitati, fra cui alcuni bambini obbligati dai genitori, che praticando il digiuno avrebbero visto Gesù. Questo però ha portato chiaramente a un effetto ben diverso, infatti ci sono state oltre le vittime moltissime persone ricoverate in ospedale in gravi condizioni. L’episodio è stato condannato dal presidente William Ruto come un atto terroristico.
La setta dei digiunatori in Kenya
Aumentano a 90 i decessi causati dalla pratica del digiuno, inculcata dagli appartenenti a un setta in Kenya che è stata appunto ribattezzata “La setta dei digiunatori”. Un nomignolo che mette paura solo a leggerlo e anche i tanti fedeli che leggeranno questo articolo non saranno d’accordo con questi predicatori.
Alla guida del gruppo c’era il pastore Paul Mackenzie Nthenge, fondatore della Chiesa internazionale della buona novella. Molti si affidavano a ciò che predicava e aveva raccolto con gli anni una comunità vastissima di fedeli, tanto che quando ha proposto il digiuno tutti lo hanno seguito senza esitazione.
Purtroppo la privazione assoluta di cibo e acqua, questo prevedevano i suoi dettami, hanno portato alla morte 90 persone fra cui alcuni bambini ovviamente indottrinati a loro volta dai genitori. Un sistema malato che come scopo aveva la visione di Gesù. Non serve essere esperti per capire che questo comportamento porta alla morte, specialmente in coloro che sono già debilitati o fragili.
Dopo la scia di vittime fra gli abitanti di Shakahola, nelle vicinanze di Malindi dove appunto c’era il quartier generale della setta, è stato lo stesso capo a consegnarsi spontaneamente alle forze dell’ordine che lo hanno condotto nel carcere di Malindi il 14 aprile scorso.
Secondo la Croce Rossa sarebbero più di 200 le persone collegate a questo culto e quindi il bilancio delle vittime è destinato a salire. Per ora sono 29 coloro che si trovano in osservazione in ospedale e versano in gravi condizioni ma si spera che le cure mediche possano fare effetto nonostante il digiuno abbia indebolito molto queste persone.
Le indagini
Subito è arrivata la condanna del presidente William Ruto, che ha paragonato questa setta a un’azione terroristica con lo scopo di sterminare la popolazione. Ora la polizia ha aperto un’indagine per fare luce sulla Chiesa istituita dall’uomo e della quale facevano parte anche molte delle vittime.
Il presidente keniano non ha risparmiato le accuse perché si tratta di un vero e proprio massacro quello di Shakaola, definito così dai media locali.
“queste organizzazioni non devono esistere. sembra terrorismo perché i terroristi usano la religione per promuovere i loro atti atroci. persone come mackenzie operano allo stesso modo”.
Il guru ha messo in piedi una setta che operava sotto gli occhi di tutti ma prima delle morti nessuno si era ribellato, ora gli stessi seguaci o comunque coloro che mostravano interesse, si stanno discostando dalle sue idee totalmente folli.
Proprio il presidente keniota ha promesso provvedimenti per contrastare questi culti sul nascere perché non è possibile gravare sulla salute per motivi religiosi, fra l’altro promettendo visioni. A seguito della morte dei seguaci di tale setta, nel Paese si è aperto un dibattito sulle scappatoie legislative e sulla sicurezza nei confronti di queste associazioni.
Al momento la polizia sta accertando il modus operandi del gruppo e quanti ne erano a capo oltre al guru che ora è in carcere. Si stanno ispezionando 300 ettari di foresta nella località alle porte di Malindi, ovvero dove sono stati rinvenuti i cadaveri.
Gli inquirenti sospettano che ce ne siano altre in questa zona, appartenente alla Chiesa di Mackenzie e seppellite per eliminare le “prove” dei suoi misfatti. Dalle dichiarazioni degli inquirenti, sono stati trovati corpi ammassati in piccole fosse, che contenevano ognuna circa 6 cadaveri. Altri invece erano abbandonati all’aperto come fossero semplici sacchi dell’immondizia.
Un aspetto da non sottovalutare e che deve far pensare a come queste persone cerchino solo adepti piuttosto che dimostrare realmente ciò che affermano, è la mancanza totale di rispetto verso la vita umana e verso la dignità delle persone, anche dopo la morte.
Queste venivano convinte a non mangiare e non si guardava in faccia a nessuno, venivano indottrinati uomini, donne, anziani e bambini senza alcuna differenza. Poi per occultare il tutto venivano gettati in fosse comuni e non erano più persone ma semplici numeri senza un nome, lo stesso valore che in realtà avevano da vivi per il guru e per chi opera come lui.
Sebbene si sia consegnato alle autorità del Kenya, l’uomo al momento è restio a collaborare al 100% ma dai prossimi interrogatori forse potrebbe cominciare a parlare e a confessare se con lui erano coinvolte altre persone.