Arrestato nella serata di domenica uno dei sospetti rapitori della cooperante Silvia Romano, sequestrata in Kenya nel villaggio di Chakama nella notte tra il 20 e il 21 novembre. La conferma arriva dal comandante locale della polizia amministrativa kenyana, James Akoru. L’uomo, di nome Ibrahim Adan Omar, al momento dell’arresto si trovava in una casa del villaggio di Bangale, nella contea di Tana River a sud est del paese, e aveva con se un un kalashnikov e un centinaio di proiettili.
Gli inquirenti ritengono che Silvia Romano sia tenuta nascosta proprio in un villaggio dell’area.
Si continuano a cercare altri due complici: Yusuf Kuno Adan e Said Adan Abdi. Sia sulla loro testa che su quella dell’arrestato è stata messa una taglia da un milione di scellini kenyani (8.600 euro) subito dopo il sequestro.
La giovane cooperante milanese è stata rapita da un commando di otto uomini che durante l’azione hanno ferito quattro bambini e un adulto. Al momento 22 persone sono finite in manette per il sequestro di Silvia Romano, fra cui la moglie di uno dei rapitori, e l’area è stata disseminata di blocchi stradali. Sospeso anche il traffico di barche e canoe lungo il fiume Tana per evitare che Silvia possa essere trasferita lontano dal luogo in cui è stata prelevata, magari addirittura in Somalia. Disagi e proteste fra la popolazione locale per la quale il fiume Tana è una fonte essenziale per gli spostamenti e il sostentamento.
Il territorio boschivo e in gran parte privo di strade rende difficoltose le ricerche, per cui polizia ed esercito hanno coinvolto nelle ricerche anche i capi dei villaggi.
Secondo quanto riportato da fonti locali, i sequestratori sarebbero dei bracconieri in passato collusi con i terroristi sunniti di al Shabaab.
Silvia Romano, 23 anni, cooperante della Onlus di Fano Africa Milele, al momento del sequestro era da sola nel villaggio di Chakama nell’entroterra malindiano.