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Kiev: è falso che una donna militare ucraina abbia ucciso la figlia di Dugin

Desta sospetti a Kiev la versione del Cremlino che lega il presunto autore della morte di Dugina al battaglione Azov.

Aleksandr Dugin e la figlia Darya – NanoPress.it

I servizi segreti russi non hanno esitato a far notare alle autorità di Kiev di essere loro i responsabili dell’omicidio a Mosca della politologa ultranazionalista Daria Dugina. La persona accusata dal Cremlino di aver compiuto l’attentato all’auto su cui viaggiava la vittima è una donna ucraina di 43 anni.

Kiev rigetta le accuse di terrorismo

Diverse fotografie di questa persona, Natalia Vovk, e anche un suo presunto documento di identificazione come membro della Guardia nazionale ucraina, della divisione militare del Ministero dell’Interno e del reggimento Azov, sono state pubblicate sui media e sui social russi di lunedi.

La versione degli eventi che il Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha delineato semina molteplici sospetti accompagnati da una valanga di propaganda. Per il ministero dell’Interno ucraino, il Cremlino cerca di esacerbare i sentimenti russi con false informazioni su un’Ucraina nelle mani di estremisti e terroristi. I dati personali di Vovk sono stati resi pubblici per la prima volta su un sito web anonimo, Nemesis, dedicato alla fuga di informazioni dall’esercito ucraino.

Nemesis ha indicato Vovk come un membro del reggimento Azov, un gruppo paramilitare di estrema destra, attualmente sotto il comando della Guardia Nazionale. Sia i rappresentanti di Azov che la Guardia Nazionale hanno negato che questa persona facesse parte del reggimento. Il reggimento Azov, fondamentalmente ultranazionalista, è una delle principali risorse della propaganda russa per dipingere l’Ucraina come un paese dominato da orde fasciste. Un portavoce della Guardia nazionale controllerà se il documento di identità è autentico.

Dalla Procura generale dello Stato hanno assicurato al quotidiano Pravda che potrebbe essere che questo documento sia stato rubato dagli invasori a Mariupol, una città occupata dalla Russia e da dove presumibilmente sarebbe arrivato il Vovk militare. La procura generale ha anche indicato che al documento era stata aggiunta a matita la parola “sposato”, cosa insolita nella burocrazia ucraina, secondo queste fonti, per precisare che il cognome con cui Vovk compare sulla scheda, Shaban, è quello di nascita.

L’ufficio del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky lunedì ha negato qualsiasi collegamento con la morte di Dugina

In un’altra dichiarazione, la Guardia nazionale ha aggiunto di avere solo prove di una cittadina ucraina Natalia Shaban, senza specificare di più. La Guardia Nazionale ha escluso che questa persona fosse un membro del reggimento Azov. Secondo la carta, Vovk avrebbe prestato servizio nell’unità militare 3057, che è il numero di identificazione di questo reggimento. In una conferenza stampa lunedì, un soldato di Azov con lo pseudonimo di Wikipedia ha assicurato che questa persona non ha combattuto nella sua unità.

Natalia Vovk – NanoPress.it

Questo soldato ha ammesso che potrebbe essere che questa persona facesse parte della squadra della Guardia Nazionale del suo reggimento, ma con compiti amministrativi. Wikipedia ha evidenziato che nella fototessera del documento, Vovk apparirebbe nell’uniforme della Guardia Nazionale, abbigliamento che Azov non indossa. Il sito web di Nemesis ha rilasciato i numeri di contatto personali di Vovk.

L’ufficio del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky lunedì ha negato qualsiasi collegamento con la morte di Dugina. “Non siamo uno stato criminale, come lo è la Russia, e sicuramente non siamo uno stato terrorista”, ha affermato il consigliere di Zelensky Mikhailo Podoliak. Dugina è la figlia di Alexander Dugin, filosofo di estrema destra e uno dei principali ideologi dell’imperialismo russo che ha difeso l’annessione dell’Ucraina con mezzi violenti.

Non è chiaro se l’attacco fosse rivolto a Dugina o a suo padre. La versione degli eventi dell’FSB descrive in dettaglio che Vovk è arrivata in Russia a luglio accompagnata dalla figlia di 12 anni. Ha affittato un appartamento nello stesso palazzo di Dugina e, dopo averla uccisa, ha lasciato il Paese con la sua macchina per l’Estonia, cambiando prima la targa dell’auto.

L’agenzia statale russa Ria Novosti ha pubblicato un video in cui Vovk sarebbe stato identificata nel suo veicolo al confine. Diverse foto di Vovk prese da Instagram da account filo-russi la ritraggono con la figlia ma anche con il marito. Kiev anche ha deciso di creare una equpé per capire gli eventi.

Paolo Battisti

Giornalista Pubblicista dal 2013. Amo la storia e mi occupo di politica estera

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