La Corea del Nord sfida il mondo e lo fa nella maniera più diretta, testando una bomba a idrogeno. Alle 2 ora italiana (le 10 locali) di mercoledì 6 gennaio 2016, sismografi in Corea del Sud, Giappone e USA hanno registrato un terremoto di 5,1 gradi della scala Richter a nord di Kilju, al confine con la Cina. Da subito, l’analisi delle onde ha chiarito che si trattava di un’esplosione atomica. Qualche minuto dopo da Pyongyang è arrivata la conferma: Kim Jong-un ha autorizzato il test su una bomba a idrogeno “miniaturizzata”, test che si è concluso con un “grande successo”.
Così, mentre la tv nordcoreana annunciava il “dolce suono” della bomba, con tanto di immagine di Kim Jong-un che firma l’autorizzazione per il test, da tutto il mondo sono arrivate reazioni di sdegno e di condanna. “Cominciamo il 2016 con il suono emozionante della nostra prima bomba a idrogeno, in modo che il mondo intero guardi alla nostra repubblica socialista e dotata di armi nucleari e al partito dei lavoratori della Corea”: con queste parole, lette da un biglietto siglato a mano dal folle dittatore nordcoreano, il mondo ha avuto la terribile conferma.
Il documento firmato da Kim Jong-un
Dopo i test del 2006, 2009 e 2013, che avevano fatto scattare le sanzioni internazionali, la Corea del Nord ha continuato ad arricchire il suo arsenale di armi di distruzione di massa, con l’intenzione di usarle alla prima provocazione.
Per qualche tempo, Kim Jong-un è sembrato ai margini della comunità internazionale, preso di mira più per i suoi atteggiamenti paranoici e folli che per la reale pericolosità. In Italia c’è stato chi lo ha elogiato: difficile dimenticare le immagini del senatore Antonio Razzi e del leader leghista Matteo Salvini di ritorno dalla “missione in Corea del Nord”.
Il dittatore è apparso sui media per le sue stravaganze e i folli ordini dati quasi a caso contro tutti e tutto, come quello di vietare la messa in onda di un video parodia virale sul web. Il mondo si era quasi dimenticato di quanto fosse pericoloso: quando il 10 dicembre scorso, Kim Jong-un annunciò un nuovo test per una bomba H, analisti ed esperti non vollero crederci. “Siamo pronti a usarla per difendere l’indipendenza e la dignità della nostra patria“, disse allora. In pochi credevano possibile un nuovo test nucleare: ora, di fronte alla realtà, tutte le potenze internazionali corrono ai ripari.
La condanna per il test nucleare è stata unanime. Gli USA hanno parlato di “provocazione” e di “norme internazionali violate“; stessa cosa per le Nazioni Unite e per gli stati confinanti, a iniziare dalla Corea del Sud che ha aumentato le difese militari sul confine e chiesto un incontro con gli alleati. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha dichiarato che il test nordcoreano è una minaccia alla sicurezza del Giappone. “Non lo possiamo assolutamente permettere e lo condanniamo fermamente”, ha detto alla nazione. India, Russia e persino la Cina, sulla carta alleata di Kim Jong-un, hanno condannato il test, definendolo una violazione a tutte le convenzioni Onu.
Ora la situazione è in stallo. Gli esperti militari di diverse nazioni non credono sia stata una bomba a idrogeno che avrebbe creato un terremoto fino a cinque volte più grande dei 5,1 gradi Richter registrati. Si pensa piuttosto a un test su una bomba nucleare, che rientra più nei parametri, ma la minaccia non cambia. La Corea del Nord e il suo folle dittatore hanno armi nucleari e, soprattutto, non hanno paura ad usarle davanti a ogni minima provocazione, gettando l’Asia (e tutto il mondo) nel terrore di una guerra nucleare.
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