Milan Mojsilovic, capo di Stato maggiore dell’esercito serbo, ha dato l’ordine di dispiegare le truppe al confine con il Kosovo in seguito al forte aumento della tensione tra i due paesi.
È stato diffuso un video da diversi media serbi in cui si possono sentire svariati colpi d’arma da fuoco.
Kosovo e Serbia, aumenta la tensione: truppe di Belgrado in stato di massima allerta
Le truppe dell’esercito serbo sono in stato di massima allerta, ad annunciarlo è il capo di stato maggiore dell’esercito della Serbia, Milan Mojsilovic visto la forte intenzione con il Kosovo, paese che ha dichiarato nel 2008 la sua indipendenza dalla Serbia. Belgrado a questo punto si rifiuta di riconoscere il paese balcanico in cui vivono 120.000 serbi.
Il presidente serbo Aleksander Vucic ha ordinato, in qualità di capo supremo delle forze armate, lo stato di massima allerta per quanto riguarda l’Esercito e le forze di polizia di Belgrado. Si teme principalmente un possibile intervento da parte della polizia e da parte delle forze di sicurezza del Kosovo per rimuovere tutti blocchi stradali e tutte le barricate che il popolo serbo (che vive nel nord Kosovo) ha attuato da 17 giorni. Il presidente serbo però ha aggiunto:
‘Belgrado è sempre impegnata a risolvere tutti problemi con il dialogo e a mantenere la pace nella regione.’
Il Kosovo ha dichiarato la sua indipendenza nel 2008 dalla Serbia, ma Belgrado ha rifiutato di riconoscerla e incoraggia quindi i serbi che sono rimasti nell’area a sfidare l’autorità di Pristina. I serbi, che sono a centinaia, indignati a causa dell’arresto di un ex ufficiale della polizia, hanno innalzato dei blocchi stradali il 10 dicembre nel Kosovo settentrionale, paralizzando in questo modo il traffico attraverso le due frontiere.
La Serbia ha deciso di mettere in stato di massima allerta tutte le sue truppe al confine con il Kosovo nonostante le varie esortazioni da parte della NATO ad allentare questa tensione tra Belgrado e Pristina. Da quando il Kosovo ha proclamato la sua indipendenza è stato riconosciuto come stato indipendente dalla metà degli Stati membri delle Nazioni Unite, Compresa l’Italia. Belgrado, come spiega Vucic, si prepara per difendere i suoi cittadini:
“Ci troviamo in una situazione difficile – ha detto – ma faremo tutto il possibile per preservare la pace e la stabilità, ma anche per proteggere i nostri cittadini nel Kosovo settentrionale. Visto che la parte albanese è stata armata e ha accresciuto il livello di preparazione al combattimento adotterò tutte le misure necessarie per proteggere la nostra nazione, la Serbia.”
Qualche ora prima il Capo di Stato maggiore dell’Esercito insieme al Ministro della difesa, si è recato presso la frontiera amministrativa Serbo-Kosovara in seguito ad una sparatoria (che fortunatamente non ha coinvolto vittime) nei pressi di una delle località nella quale la minoranza serba aveva attuato blocchi stradali come simbolo di protesta contro l’arresto dei poliziotti serbi che si erano dimessi. A circa 1500 militari era stato dato l’ordine di tenersi a disposizione, se ce ne fosse stato bisogno, per un intervento notturno. Infatti la Serbia non si è fatta attendere e ha messo in stato di massima allerta tutte le sue truppe.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, oltre che le dimissioni di massa sia di giudici che di funzionari vari della minoranza serba, è stata la decisione di non riconoscere la validità delle targhe serbe per i residenti del Kosovo, costretti quindi a sostituire le proprie targhe automobilistiche con quelle kosovare.