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A 24 anni Kristen Stewart è una delle attrici più famose del mondo grazie alla popolarissima saga di Twilight. Non è certo però che sia anche tra le più brave, o almeno non era certo prima di averla vista in Sils Maria, il film di Oliver Assayas in uscita il 6 novembre 2014, nel quale ha stupito la critica con una prova di grande maturità.
Sils Maria narra l’incontro, o forse dovremmo dire lo scontro sul set tra due attrici molto distanti tra loro, sia come età che come stile di vita: una, Maria, interpretata dalla matura Juliette Binoche, è una raffinata cinquantenne all’apice del successo, l’altra, Jo-Ann, a cui presta il volto Chloe Moretz, è una ventenne starlet arrivista e senza scrupoli, famosa più per gli scandali che per il talento. La ragazzina deve interpretare il ruolo che vent’anni prima aveva reso famosa la collega più esperta. Il contrasto generazionale metterà a nudo l’estrema quanto insospettabile fragilità di Maria, con conseguenze non del tutto prevedibili.
E Kristen Stewart? Non sarà mica stata relegata in un ruolo secondario? Niente affatto. In Sils Maria è Valentine, la giovane assistente tuttofare della grande attrice. Addetto-stampa, segretaria ma anche, se non soprattutto amica. In realtà è un personaggio chiave, perché prima ancora di Jo-Ann è inconsapevolmente lei a porre Maria di fronte alle sue insicurezze, fino a diventare l’oggetto delle ossessioni e delle paure più o meno confessate dell’anziana diva.
Un’interpretazione eccellente, dal notevole peso narrativo, che ha portato buona parte della critica d’oltreoceano a considerare la prova di Kristen Stewart in Sils Maria il punto più alto della sua carriera: il definitivo spartiacque tra il periodo post-adolescenziale di Twilight (ma anche di Biancaneve e il Cacciatore e On the Road), che è giusto archiviare senza però rinnegarlo (del resto anche l’immenso Robin Williams era partito da Mork & Mindy), e un futuro alle prese con ruoli sempre più maturi e difficili. A gennaio per esempio la vedremo insieme a Julianne Moore e Alec Baldwin in Still Alice, un’attesissima pellicola che tocca il delicato tema delle malattie degenerative e per la quale si parla già di una pioggia di premi Oscar. La definitiva consacrazione di un percorso artistico in continua evoluzione e dalle prospettive ancora inesplorate.
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