Il Covid, un nemico che ci accompagna da tre anni. A Wuhan, Pechino parlava di un virus simile a Sars e da lì inizio il calvario che tutti, dai più grandi ai più piccoli di certo ricordiamo molto bene. Non sembrano passati poi così tanti anni da quando il terrore iniziò ad impossessarsi degli abbracci, dei baci e del calore umano, che in poco tempo diventarono un divieto.
Il focolaio iniziale rilevato a Pechino nel dicembre 2019 si trovava a Wuhan e da allora, in poco tempo, i contagi aumentavano così come i decessi, terrorizzando il mondo intero. Fermi e senza poter reagire, ascoltavamo le notizie della paura per questo nuovo virus. Senza nome ne volto iniziava silenziosamente ma molto velocemente ad uccidere gli abitanti di Wuhan.
La Commissione sanitaria locale ha dichiarato che fino a quel momento erano stati rilevati 41 casi con i sintomi della nuova polmonite. Poco tempo dopo, il nuovo coronavirus si diffuse in tutto il mondo, portando miliardi di casi di malattia e milioni di morti.
Di nuovo paura in Cina
La Cina sta affrontando una nuova ondata di Covid-19, ma in Europa non ci si aspettano conseguenze significative. Certo, la paura di dover ritornare alle limitazioni ferree di prima spaventa in molti, ma gli scienziati affermano:
“non c’è una minaccia imminente per l’Ue e le varianti del virus SarsCoV2 circolanti in Cina sono quelle già viste in Europa e altrove”.
Una preoccupazione crescente è la sottovariante XBB.1.5 Kraken, che sta velocemente diffondendosi negli Stati Uniti. Gli studiosi stanno osservando e cercando di studiare questa nuova variante Omicron, mentre la preoccupazione aumenta anche in Europa.
Non si può dimenticare ciò che abbiamo passato e la paura di un ritorno alle restrizioni spaventa in molti. Secondo quanto affermato da Kluge, i dati recenti stanno iniziando a mostrare un aumento della presenza di XBB.1.5 e, sebbene i casi nella nostra regione siano ancora relativamente pochi, il numero sta crescendo.
È fondamentale aumentare la vigilanza genomica, così da poter tenere sotto controllo la situazione ed evitare un remake di ciò che è avvenuto tre anni fa.
L’11 gennaio 2022
Alla fine del 2019, la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, segnalò all’OMS un cluster di casi di polmonite inspiegabile nella città di Wuhan. La segnalazione molto probabilmente arrivò con diverse settimane di ritardo e questo fu l’inizio della fine.
Il maggior numero dei casi era correlata al mercato di Huanan Seafood, un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi situato nel sud della Cina. Da allora la contaminazione ebbe inizio e non ci fu modo di arrestarla.
Il mondo stava affrontando un nemico senza volto e sin da subito si scoprì che il virus poteva passare da un essere umano all’altro fin dalla fase asintomatica della malattia. Quando una pandemia si diffonde velocemente, un gran numero di persone può essere colpito in breve tempo e ciò che accade è solitamente un crollo del sistema sanitario.
Questo infatti è quello a cui abbiamo assistito. Per fronteggiare le ondate di malati, il nostro sistema sanitario è crollato su se stesso. Le strutture e i medici stessi non erano pronti ad affrontare quello che di lì a breve sarebbe accaduto.
Il temutissimo e soffocante lockdown, fu l’unica vera soluzione per far scendere il numero di ricoveri. Siamo stati chiusi nelle nostre case per diverso tempo, riunendoci sui balconi per non sentirci poi così soli. Tutto veniva disinfettato meticolosamente e la mascherina divenne un estensione del nostro sorriso, ormai oscurato.
Abbiamo dovuto dire addio agli abbracci, ai baci o al semplice e puro calore umano. Forse mai come allora ci siamo resi conto di quanto queste piccole cose così semplici, in realtà sono quelle che ci tengono vivi.
Arrivano i vaccini
Per sbloccare la situazione e rendere possibile un graduale ritorno alla vita di tutti i giorni, i vaccini hanno rappresentato la soluzione. Ci sono ancora oggi idee contrastanti in merito all’inoculazione del vaccino, ma è un dato di fatto che i ricoveri e la mortalità legata al virus sono drasticamente diminuite.
I vaccini a mRNA sono stati sviluppati rapidamente, ma la tecnologia era già in fase di studio da oltre dieci anni in campo oncologico. Le prime iniezioni sono cominciate alla fine del 2020. Tra dubbi e paure molti italiani si sono fatti coraggio e hanno detto “si” al vaccino.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha infatti stimato che, grazie alla campagna vaccinale messa in atto contro il Covid-19, in Italia si siano evitati 8 milioni di casi, 500mila ricoveri ospedalieri, 55mila ricoveri in terapia intensiva e 150mila decessi nel 2021.
La situazione di oggi e il futuro che ci aspetta
Le inoculazione e i farmaci antivirali hanno di certo cambiato drasticamente la traiettoria della pandemia in questi ultimi due anni, nonostante la rapida diffusione di varianti come Omicron.
Nonostante alcune nazioni, come la Cina, hanno continuato ad adottare la strategia di “Covid Zero”, in Italia si cerca di tornare alla vita di tutti i giorni. Prevedere oggi come la pandemia evolverà nei prossimi tempi non è facile. Tuttavia, una cosa è certa: al momento, il virus Covid-19 non sembra essere stato debellato.
Ciò che è certo oggi è che grazie alla campagna vaccinale promossa e accettata di buon grado da molti, oggi il Covid non spaventa più come tre anni fa. Sappiamo che faccia ha, sappiamo riconoscerlo e abbiamo i mezzi per poterlo combattere. Si può di certo dire che oggi questo virus è molto più gestibile.