In Angola l’MPLA, storica formazione di governo, parte da favorita, ma per la prima volta in 47 anni l’opposizione UNITA ha serie aspirazioni alla conquista del potere.
L’Angola, una potenza petrolifera africana di circa 30 milioni di abitanti, ha tenuto ieri le combattute elezioni generali in cui, per la prima volta dall’indipendenza del 1975, il partito un tempo onnipotente al potere, il Movimento popolare per la liberazione della L’Angola (MPLA), corre il serio rischio di essere sconfitto dall’opposizione e di perdere la maggioranza parlamentare e, quindi, la presidenza del Paese.
Il candidato ufficiale e attuale presidente, João Lourenço, inizia come il favorito, ma, secondo tutti gli analisti, il suo principale rivale, il carismatico leader dell’opposizione Adalberto Costa Júnior, capo dell’Unione Nazionale per la Liberazione Totale dell’Angola (UNITA), ha anche la sedia presidenziale a portata di mano.
Sono 14 milioni gli angolani chiamati alle urne per scegliere i propri deputati tra sette partiti e una coalizione in lizza. La battaglia decisiva è però quella tra le due principali forze politiche, MPLA e UNITA, una sorta di rifacimento elettorale della guerra civile tra i due tra il 1975 e il 2002. Ma questa volta il risultato finale non dipende dalle armi, ma della volontà degli Angolani. Dopo 47 anni al potere, l’MPLA non è più lo stesso partito onnipresente che ha vinto elezioni su elezioni ai tempi di José Eduardo dos Santos, che si è ritirato nel 2017 e recentemente è morto in Spagna.
La recessione economica dovuta al calo dei prezzi del petrolio e al covid-19 ha colpito duramente l’Angola e, secondo la Banca Mondiale, metà degli angolani ha vissuto nel 2020 al di sotto della soglia di povertà, un deterioramento delle condizioni di vita che influenzerà notevolmente il voto questo mercoledì.
Il presidente João Lourenço, 68 anni e che nonostante tutto parte da favorito, cerca di presentare un bilancio favorevole dei suoi cinque anni al potere, durante i quali ha introdotto riforme del modello economico, aprendo il Paese agli investimenti esteri e alla privatizzazione di numerose società pubbliche e ha realizzato decine di infrastrutture.
Uno dei suoi principali cavalli di battaglia è stata la lotta alla corruzione del precedente regime sclerotico, che ha addirittura aperto le porte alla persecuzione giudiziaria della famiglia dell’ex presidente e, in particolare, della sua potente figlia, Isabel dos Santos, considerata da Forbes nel 2013 la donna più ricca d’Africa e oggi indagata per corruzione sia in Angola che in Portogallo.
Tuttavia, l’aumento della povertà e della disoccupazione giocano contro Lourenço. Affrontando il potere e nuotando a favore della corrente del malcontento popolare, emerge la figura di Adalberto Costa Júnior, ingegnere di 60 anni e leader dell’UNITA dal 2019, che è riuscito a sedurre buona parte della gioventù con un rinfrescante e discorso critico contro il potere.
“A hora é agora (Questo è il momento, in portoghese)”, ha assicurato Júnior in un ultimo messaggio agli angolani, ripetendo lo slogan della sua campagna, “questo è il tuo momento per avere la democrazia che hai tanto atteso, il tuo momento per conquistare la vera libertà, per votare come detta il tuo cuore”. Nelle sue manifestazioni e nelle sue dichiarazioni pubbliche, il leader dell’opposizione ha insistito con veemenza sulle idee di pace e unità e ha invitato i cittadini ad andare alle urne nel rispetto della legge e dell’ordine, “proteggendosi a vicenda”.
Dietro queste parole c’è il timore dell’opposizione per possibili brogli elettorali. Più di due milioni e mezzo di elettori già morti continuano ad essere iscritti nelle liste elettorali, anomalia confermata dalla missione di osservazione elettorale dei Paesi di lingua portoghese. Lo scrutinio, che si svolgerà in 26.000 seggi elettorali, sarà seguito da circa 2.000 osservatori della società civile, nonché da diverse organizzazioni internazionali, il che non impedisce che lo slogan dell’opposizione e dei gruppi di cittadini ai loro adepti sia di votare e rimanere vigili negli stessi seggi elettorali in attesa dei risultati.
L’UNITA ha annunciato che condurrà il proprio riconteggio per contrastare qualsiasi tentativo di frode.Nelle ultime elezioni generali, tenutesi nel 2017 e le prime a cui Lourenço ha partecipato, l’MPLA ha vinto con il 61% dei voti. La sua tendenza è però al ribasso: nel 2008 ha ottenuto l’82% dei voti e nel 2012 il 72%.
Di fronte all’onnipresenza dei messaggi del partito al potere nella maggior parte dei media, pubblici e privati, l’opposizione mostra la sua forza nei social network e nei nuovi portali digitali, dove la sua critica al potere e dà voce ai movimenti sociali e cittadini che chiedono un’alternanza politica che l’Angola non ha mai conosciuto. La proclamazione dei risultati avverrà nei prossimi giorni.
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