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Valentina non ha mai esaurito la rabbia nei confronti del padre, Luigi Messina, l’uomo che il 15 gennaio del 2017 uccise con 29 coltellate sua madre, Rosanna Belvisi. L’omicidio accade a Milano, quartiere Lorenteggio: un femminicidio da manuale, annunciato da anni di violenze e soprusi subiti dalla donna in silenzio. Valentina a un certo punto della sua vita decise di andarsene da casa per togliersi dagli occhi tutta quella sofferenza. Oggi tutto quel dolore misto a rabbia alberga ancora in fondo alla sua anima: ‘Non voglio che mio padre esca presto dal carcere. Non possono dargli anche uno sconto di pena dopo quello che ha fatto a mia madre, sarebbe come ucciderla di nuovo’, ha dichiarato in vista del 6 giugno, data in cui il Tribunale di Milano discuterà il ricorso in appello dei legali del padre.
Valentina, che ha sempre sperato nell’ergastolo per suo padre, dinanzi alla domanda di sconto di pena avanzata dagli avvocati di Luigi Messina, ha spiegato a Il Corriere della Sera: ‘Già 18 anni sono pochi, ora l’uomo che ha ucciso mia madre potrebbe addirittura ottenere la riduzione della pena se accogliessero le attenuanti generiche e questa cosa mi fa impazzire. Se ciò accadesse, vorrebbe dire che non c’è giustizia in questo Paese. Io sarò in quell’aula perché mia madre non subisca un’altra coltellata’.
Valentina ha deciso di cambiare persino cognome per cancellare ogni possibile legame con l’assassino di sua madre: ‘A mia mamma, che io amavo e amo alla follia, avevo detto e ridetto di lasciarlo, la imploravo: lei non ci riusciva. Era convinta potesse cambiare’. Dopo l’omicidio di sua madre, Valentina è rimasta sola, ma ha sempre dimostrato di avere grande coraggio: ‘La forza devi trovarla anche se certi giorni non ti alzeresti dal letto’.
Non c’è spazio nel cuore di Valentina per Luigi Messina: ‘Mio padre per me è morto, non voglio più avere niente a che fare con lui. Deve pagare fino all’ultimo. Mi ha scritto due lettere dal carcere, mai per chiedermi perdono per quello che ha fatto. Gli interessa solo il denaro e che non gli porti via tutto. Non si è pentito. La verità è che odiava mia madre’.
La data del 6 giugno sarà decisiva non soltanto per Luigi Messina, ma anche per Valentina, che si sta preparando alla giornata in tribunale con un sentimento misto di ansia e rabbia.
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