Passano gli anni, cambiano auto e attori ma il binomio tra Aston Martin e 007 resta ben saldo. L’accoppiata tra le prestigiose vetture britanniche e l’agente segreto creato negli anni Cinquanta dalla fantasia dello scrittore Ian Fleming vede in questo caso l’Aston Martin DBS V12 e il film “Casino Royale“.
Naturalmente parliamo della pellicola più recente, quella del 2006. Nel 1967 venne girata con lo stesso titolo una parodia interpretata da grossi calibri della commedia britannica di quell’epoca, come Peter Sellers e David Niven. Invece il film di dieci anni fa, il ventunesimo della serie, ha visto quello che si chiama in gergo “reboot“: la storia ricomincia da capo. Perché “Casino Royale” fu anche il primo romanzo di questa serie pubblicato da Fleming.
James Bond ha cambiato nuovamente interprete, ora è Daniel Craig. Si ricomincia, dunqe: Bond è un agente ad inizio carriera, M (la superlativa Judi Dench) gli ha appena assegnato la qualifica di 00, che implica la licenza di uccidere.
Qui 007 è sulle tracce di uno spregiudicato e criminale banchiere soprannominato “Le Chiffre” (l’attore Mads Mikkelsen), la cifra, per la sua straordinaria abilità matematica. Queste doti lo rendono anche un temibile giocatore di poker. Ed è proprio in un casino (pronunciato alla francese), appunto Casino Royale, che Bond lo affronta nella fase cruciale del film. Fin dai tempi di Sean Connery, James Bond è padrone del tavolo da gioco allo stesso modo in cui lo è del letto delle varie Bond Girls.
Il Bond di Craig è relativamente realistico, nei confini della serie. Anche i congegni delle sue auto sono minimali. Appare quindi molto sobria l’Aston Martin DBS V12. La sua scena madre è ovviamente un inseguimento. Bond sta correndo dietro agli uomini di Chiffre che hanno rapito l’eroina del film, Vesper Lynd (l’attrice Eva Green).
Ma è una trappola: i cattivi lasciano Vesper priva di sensi sull’asfalto dopo un punto cieco. Bond la vede all’ultimo momento e, per evitarla, sterza bruscamente. L’auto s’intraversa, decolla e compie 7, ben 7, salti mortali prima di schiantarsi al suolo finendo distrutta. Bond è illeso ma per la botta perde i sensi e viene catturato. La sequenza non è opera della computer graphic ma di stuntman con pelo sullo stomaco. Il volo è stato omologato come primato mondiale dal Guinness World Records.
La coupé Aston Martin DBS V12 è uscita nel 2007, pochi mesi dopo il film, come di consueto. Si tratta di un modello ad altissime prestazioni, a metà strada fra la DB9 e la vettura da corsa DBR9. Motore V12 5.9 aspirato da 517 cavalli, 307 Km/h e 4.3 secondi da 0 a 100. Tanto lusso inglese e raffinate soluzioni tecniche per migliorare il comportamento stradale, come le sospensioni attive.
La DBS è stata prodotta fino al 2012. E’ apparsa anche nel film successivo di 007, Quantum of Solace, dove viene inseguita da due Alfa 159 che (ovviamente) non la raggiungono ma la mitragliano fino a ridurla ad un colabrodo. Chiaramente Bond non si spettina nemmeno.
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