In Europa il mondo finanziario è in crisi: nonostante il Qe varato lo scorso marzo da Mario Draghi e la promessa di più titoli comprati dalla Banca Centrale Europea, l’economia reale non sembra riprendersi. Aumenta la disoccupazione e l’immigrazione ormai non può più essere considerata una risorsa, anzi, l’ingresso di un maggior numero di stranieri in Europa abbasserà ancora ulteriormente gli stipendi reali. Manca quello che in parole povere si potrebbe definire come “giro di soldi”, i cambiamenti sono lampo e le contromisure lente.
La soluzione? Abolire i contanti
Questo è quanto suggerito dai guru di Wall Street, fra i quali lo chief economist di Citigroup Willem Buiter, convinto che gli Usa debbano imporre tassi di interesse ancora più bassi per far arrivare i soldi all’economia reale. Se Fed e Bce optassero per questa soluzione estrema, si rischia una fuga di risparmiatori dalle banche, spaventati da conti che sulla carta sarebbero da 100mila dollari ma che in realtà ne varrebbero 94mila. La svizzera Bas, ad esempio, ha già deciso di applicare tassi negativi dello 0,25% sui depositi fino a 100mila franchi e dello 0,75% su cifre superiori.
Anche Andy Haldane del Monetary Policy Committee, organismo britannico della Banca d’Inghilterra, la pensa come Buiter e spinge per mettere “fuori legge” i contanti. Di diverso avviso invece il premier nostrano Matteo Renzi, che controtendenza ha deciso di alzare a 3mila euro il livello massimo per i pagamenti in contanti per “difendere il nostro portafoglio, il nostro lavoro e i nostri risparmi da quello che sarebbe tecnicamente un furto legalizzato”.
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