Chi di penna ferisce, di penna perisce. È il caso di Nick Lutz, giovane studente dell’Università della Florida che ha deciso di vendicarsi della sua ex fidanzata tramite la lettera di scuse che lei stessa gli aveva spedito. Il giovane ha preso i quattro fogli scritti a mano e li ha corretti con tanto di penna rossa e commenti, dando un voto finale alla lettera e, soprattutto, pubblicandola sul suo profilo Twitter. Il tweet è diventato, neanche a dirlo, virale, collezionando 121.245 Retweet e 338.320 like, rendendo Nick una piccola celebrità del web ma causandogli anche qualche problema. L’Università della Florida infatti lo ha sospeso per cyberbullismo, decisione poi revocata dopo l’appello del giovane: secondo l’ateneo, la pubblicazione sul web della lettera sarebbe stata un’umiliazione al pari di altri atti di cyberbullismo.
Il tweet originale risale allo scorso 17 febbraio, come si vede dal suo profilo. Nick ha voluto correggere non tanto la grammatica quanto la costruzione del testo, in particolare nell’ideazione delle scuse. “Non ho prove che confermino quest’affermazione”, scrive quando lei dice di non averlo mai tradito, mettendo un punto interrogativo al “ti amo” che chiude la lettera.
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“Introduzione lunga, conclusione breve, solo ipotesi ma mai una conferma. I dettagli sono importanti”, è il giudizio finale di Nick, “Se si vuole essere creduti, bisogna fornire le prove. Di tutte le relazioni finite ci sono sempre due versioni” aggiunge, dando una D-, un sei scarso, alla lettera.
La vendetta per corrispondenza è diventata virale ma non ha portato solo notorietà al giovane studente. Secondo quanto ricostruito dalla Cnn, Nick sarebbe stato convocato dall’università a marzo, dopo che la madre della giovane, mai identificata e ancora al liceo, si era lamentata con l’ateneo per il tweet che sarebbe stato un atto di cyberbullismo.
L’Università ha così deciso di sospendere il ragazzo per violazione del codice di comportamento per i semestri estivi e autunnali, oltre a metterlo sotto libertà vigilata disciplinare e avergli chiesto un documento di cinque pagine “sull’impatto di questo tipo di comportamento in futuro”.
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Nonostante tutto, Nick ha dichiarato di non aver rimpianti per la sua “vendetta” postale. “Nel mio cuore so quali erano le mie intenzioni. Il mio intento dall’inizio non è stato mai di renderla ridicola”, ha dichiarato alla Cnn, confermando di aver fatto un ricorso formale tramite il suo avvocato e sottolineando come la vicenda costituisca un “precedente molto pericoloso”.
Grazie alla risonanza mediatica della sua storia, tutto si è concluso in tempi rapidi, con il ritiro delle sanzioni da parte dell’Università.
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