Antonio D’Alì, ex senatore di centrodestra, è stato condannato a sei anni di carcere, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Antonio D’Alì, ex senatore di centrodestra, è stato condannato a sei anni di prigione. La Cassazione ha confermato la condanna per l’uomo accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Nel 2021, il Tribunale di Palermo aveva elaborato tale condanna, in quanto, secondo quanto emerso, D’Alì avrebbe fatto gli interessi di diversi capi di Cosa Nostra, sfruttando la sua carica politica. L’inter processuale, in totale, è durato più di 11 anni. Di seguito, i dettagli della vicenda.
Sei anni di carcere. Questa è la pena inflitta dalla Cassazione ad Antonio D’Alì, ex senatore del centrodestra, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Tale decisione era stata già intrapresa dal Tribunale di Palermo nel mese di luglio del 2021, poi confermata in ultimo grado di giudizio.
Secondo l’accusa, D’Alì avrebbe sfruttato la sua posizione politica per favorire le attività criminali e gli interessi di diversi capi di Cosa Nostra, tra i quali ci sarebbero Totò Riina e il latitante Matteo Messina Denaro.
Inoltre, l’uomo avrebbe avuto un ruolo importante per quel che concerne la gestione illegale degli appalti legati alla realizzazione di diverse opere pubbliche.
Antonio D’Alì è stato sottosegretario del Ministero dell’interno nel corso del secondo governo Berlusconi. Inoltre, dal 1994 al 2018, è stato senatore per sei legislature con diversi partiti di centrodestra, quali Forza Italia, Popolo della Libertà e Nuovo Centrodestra.
In un primo processo a suo carico, era stata determinata l’assoluzione nel 2016, poi annullata dalla Cassazione nel 2018, che ha chiesto un nuovo processo di appello che ha avuto come epilogo la sentenza emessa nel mese di luglio del 2021.
Gli avvocati dell’ex senatore Antonio D’Alì hanno riferito che il loro assistito – che oggi ha 70 anni – si costituirà a breve alle forze dell’ordine. Oltre alla condanna di sei anni, al politico è stata confermata l’interdizione per tre anni dai pubblici uffici.
Secondo quanto affermato da Rita Fulantelli, sostituta procuratrice generale di Palermo, Antonio D’Alì avrebbe contributo al “rafforzamento di Cosa Nostra”, utilizzando la propria carica istituzionale per favorirne gli interessi, “mettendo a disposizione dei boss le proprie risorse economiche”.
In totale, l’iter processuale che ha visto coinvolto l’ex senatore di centrodestra è durato più di undici anni. Risale, infatti, al mese di ottobre 2011 la richiesta di rinvio a giudizio.
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